Inter, derby e controsorpasso: Milano è ancora nerazzurra

Posted By on Mar 18, 2019 | 0 comments


Giovanni Rosati

Dopo un centosettantesimo derby della Madonnina da record di incassi – circa 5,8 milioni dal botteghino – l’Inter scansa prepotentemente il rivale rossonero dal proprio cammino e si riprende il terzo posto in classifica che gli era stato scippato qualche settimana addietro. Era la squadra sfavorita per condizione di forma e per caos mediatico dentro e fuori lo spogliatoio, ed era anche quella che aveva di più da perdere. Con un ko la Roma sarebbe rimasta solamente a tre punti di distanza e la Lazio a due in caso di vittoria nel recupero con l’Udinese, situazione che, dopo il terzo, avrebbe messo seriamente a rischio anche il quarto posto e con esso la partecipazione alla prossima Champions League. E invece col solito moto d’orgoglio, quello della ormai famosissima Garra charrùa che ha steso il Tottenham nel settembre scorso, i Bauscia hanno tinto nuovamente di nero e di azzurro la loro Milano cinque mesi dopo l’1-0 dell’andata e interrotto la striscia di ben dieci risultati utili consecutivi dei rivali stracittadini.

L’ultima parola agli uruguagi, sempre loro – Ma di garra non parliamo a sproposito: l’esultanza folle in telecronaca di Adani era arrivata in seguito alla rete di Vecino che aveva dato all’Inter la vittoria sugli Spurs ben oltre il novantesimo nella fase a gironi di una Champions ritrovata dai meneghini dopo ben sette anni. E quell’artiglio che graffia e che lascia il segno nella storia dell’Inter ha ferito ora nel derby anche i rivali cittadini dopo soli tre minuti di gioco, inaugurando quella che a oggi è certamente la più importante vittoria del 2019 della Beneamata. E l’ha costruita su quella garra, ma non soltanto su di essa.

Decisiva per le sorti dell’incontro è infatti stata la mossa tattica di uno Spalletti che ha saputo tirar fuori il meglio di sé dalla più disperata delle situazioni. Perché in una sfida cruciale da affrontare senza il suo fedele Nainggolan e senza il trequartista di riserva Joao Mario, volato in Angola dopo aver perso suo padre, il tecnico di Certaldo si è inventato una soluzione alternativa avanzando proprio Vecino rispetto alla sua solita posizione in campo e rendendolo particolarmente indigesto alla linea mediana rossonera, che ne ha sofferto sia la posizione intermedia in fase di possesso avversario sia la pressione sul proprio regista basso in costruzione. “L’ultima parola agli uruguagi. Sempre loro” diceva Adani a settembre. Stavolta mi prendo la prima, ha pensato bene stavolta il centrocampista nerazzurro.
L’analisi – Ma questa partita è stata piena di emozioni e di spunti interessanti. Vedi la prestazione di Lautaro, uno che a 22 anni si è ritrovato a sostituire Icardi dopo il ben noto marasma e, dopo aver sfornato l’assist per Vecino con una torre geniale, si è presentato con freddezza dagli undici metri battendo un gigante come Donnarumma. Oppure quella di Politano, che quel rigore se lo è conquistato serpeggiando in area dopo aver anche lui realizzato un assist al bacio per il precedente gol di De Vrij. Vedi la tenacia di Brozovic, che ha giocato per oltre settanta minuti con un affaticamento muscolare o lo stesso Gagliardini, a cui nell’intervallo sono stati applicati tre punti di sutura per la ferita lacero-contusa procuratosi in uno scontro aereo con Bakayoko. Vedi la straordinaria prestazione dei centrali difensivi, che non hanno concesso neanche un tiro in porta a quello che è forse l’attaccante più pericoloso del nostro campionato quest’anno. Oppure, in ultima analisi, i salvataggi di Handanovic e D’Ambrosio nei minuti finali di arrembaggio rossonero. Ma soprattutto, da rivedere a loop è l’esultanza di quest’ultimo dopo aver respinto la conclusione a botta sicura di Cutrone: quella nel derby di ieri sera è la vittoria di una squadra unita nonostante le mille difficoltà che, con il cuore e lo spirito di gruppo tanto battuto da Spalletti nelle dichiarazioni post-gara, si è ripresa il posto che sentiva di meritare.

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