Inter, la primavera posticipata e i mali di stagione

Posted By on Apr 3, 2019 | 0 comments


Giovanni Rosati

In un mondo in cui le stagioni potessero iniziare arbitrariamente, l’Inter sceglierebbe probabilmente di posticipare l’inizio della primavera al mese di aprile. Non si è inaugurata nel migliore dei modi infatti la stagione della rinascita dopo il letargo invernale, della luce e dei colori. La sconfitta con la Lazio è stata in bianco e nero, buia, fredda. Un’appendice del Generale Inverno. Ma i primi segnali di un’incombente primavera sono effettivamente già arrivati.

L’altra faccia della primavera – Solo, si sa, con la bella stagione arrivano anche acciacchi e allergie. In casa Inter, invece, la buona novella è giunta accompagnata da qualche psicosi. È infatti piuttosto difficile non associare al bipolarismo il comportamento tenuto dal tecnico nerazzurro Spalletti dopo la sfida ai biancocelesti riguardo la situazione di Icardi, ex-capitano ormai fuori rosa da quasi due mesi pieni.

Nel post-partita la linea dura verso l’argentino aveva probabilmente raggiunto il proprio apice con dichiarazioni del tipo “Pregare un giocatore per fargli mettere la maglia dell’Inter è umiliante per società e tifosi” oppure “Ho lasciato fuori giocatori per molto meno, e i fatti sono sotto gli occhi di tutti”. Poi, la primavera: “Icardi è convocato e sarà titolare, ha avuto la reazione giusta”. E se non siete convinti del bipolarismo, c’è di più. Dopo il ko con la Lazio aveva detto riguardo il suo numero nove che “solo Ronaldo e Messi fanno la differenza”, ora invece che “dentro al contesto della squadra vale più di Messi e Ronaldo insieme. Per millecinquecento volte si è detto che è un giocatore fantastico e fondamentale”. La primavera porta la luce, ma più che una folgorazione questa sembra una strategia comunicativa mal eseguita.

Il campo – Per quanto riguarda più strettamente l’impegno di stasera, ci sono due fattori da valutare: l’avversario e la possibile formazione. Partendo da quest’ultima, bisogna innanzitutto considerare che i turni infrasettimanali sono in genere quelli maggiormente soggetti a turnover. In seconda battuta c’è da considerare l’assenza prolungata di De Vrij, sostituito probabilmente da Miranda anche se non ci stupiremmo nel vedere in campo Ranocchia, e il rientro di Nainggolan che potrebbe partire da titolare a Marassi.

Per quanto riguarda l’avversario, ci sono vari segni interpretabili come di cattivo auspicio. L’Inter non vince ad esempio in casa del Genoa dalla lontana stagione 2011-12 – per capirci, il primo e l’ultimo nome nelle formazioni ufficiali nerazzurre erano ancora Julio Cesar e Milito – mentre da allora è arrivato un pari e poi ben cinque sconfitte consecutive, quattro delle quali segna riuscire a segnare neanche un gol. E parlando di eroi del Triplete, nelle due ultime sfide decisivi sono stati gli altrettanti gol di Pandev, classiche manifestazioni della dura legge dell’ex. Un altro infelice presagio? Al Ferraris è arrivata l’unica sconfitta in campionato dell’armata juventina. Come dire: in casa il Genoa può raggiungere traguardi ben superiori al fare risultato con i claudicanti nerazzurri.

Eppure, quella di stasera torna a essere una ghiotta opportunità. Se settimana scorsa l’Inter non ha sfruttato al meglio lo stop dei cugini rossoneri, in questo infrasettimanale è arrivata una seconda chance che si pensava potesse non arrivare più. Non ci può essere cattivo presagio che possa reggere il confronto con la prospettiva di salire a +4 e rinforzare il proprio governo sul terzo posto, né bipolarismo o male di stagione: la primavera nerazzurra deve cominciare questa sera.

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