Roma-Juventus, una rivalità senza frontiere…

Posted By on Mag 10, 2019 | 0 comments


 (di Gianluca Guarnieri) Probabilmente sarebbero piaciute a Joseph Conrad. Avete mai letto la sua  novella “I Duellanti” o visto lo splendido film omonimo diretto da Ridley Scott? Bé sicuramente i due ufficiali napoleonici, divisi da un odio insanabile, potrebbero essere sostituiti da Roma e Juventus, esempio calzante e moderno di rivalità assoluta ed inestinguibile.

Per molti, il match è il vero e proprio derby, visti gli anni passati dalla dirimpettaia bianco-celeste nella serie cadetta, e nella storia dal “Caso Capello -Spinosi-Landini” dell’inizio degli anni’70, le due società spesso si sono trovate in urto, con episodi significativi vedi la vittoria romanista del campionato 1973/74 fino agli incidenti dell’Olimpico nel 1976, in una gara di campionato, ricca di polemiche e tafferugli, o al 3-1 del gennaio 1977 dove i giovani Di Bartolomei e Bruno Conti presero a sberle la “Vecchia Signora”, che avrebbe trionfato sul Toro di Radice con 51 punti contro 50.

Il “Casus belli” in età moderna nasce da quel celebre 10 maggio 1981, quando l’arbitro Bergamo decise di annullare la rete di “Ramon” Turone togliendo alla Roma di Liedholm e Viola l’opportunità di portare sui 7 colli un tricolore meritato, oltre ogni ragionevole dubbio. L’appuntamento fu solo rimandato di 2 anni e nel 1983 nonostante le due sconfitte subite in campionato, lo scudetto fu conquistato dai giallorossi, nel delirio di una città impazzita dalla gioia. Falcao contro Platini, Pruzzo contro Brio e in era recente Totti contro Del Piero, in una regola quasi matematica di un duello, di una tenzone, giunta quasi a a far sbiadire i duelli  storici nella storia dell’umanità, vedi Achille vs Ettore, Borg-MacEnroe, Evert-Navratilova e tanti altri.

Un duello, che si è sviluppato da una “questione di centimetri” come la chiamò Dino Viola, zittendo uno stizzito Boniperti, proseguito tra una serie di dispetti vedi Boniek soffiato ai giallorossi grazie ad accordi con il governo polacco (con le copertine di settimanali e mensili che raffigurarono Zibì a Piazza S. Pietro con tanto di consorte…) o Rizzitelli portato via dal presidentissimo di Aulla alla società degli Agnelli. Anche dopo i formidabili anni ’80 la storia non si è esaurita, e il pensiero vola alla rimessa in gioco di Aldair del 1995, o all’Era Zeman, dove dal rigore sacrosanto su Gautieri fino alle dichiarazioni del Boemo sul Doping  rinfocolarono antipatie mai sopite. Sia all’Olimpico (di Roma) che nel capoluogo piemontese di episodi ne possiamo contare tanti, con Capitan Totti che sbeffeggiò il ringhiante Tudor, mostrandogli le 4 dita, 4 come i palloni collocati alle spalle del malcapitato  Buffon o il girotondo dei giallo-rossi dedicato all’ex rancoroso Capello, dopo aver superato i bianconeri nel quarto di finale di Coppa Italia del 2006. Una (di)sfida infinita, oltre il tempo, oltre le mode, oltre la routine, con uno scudetto (quello del 2001) vinto dalla Roma, probabilmente proprio a Torino, con la staffilata di Nakata, micidiale quanto la lama di Uma Thurman in “Kill Bill”, e la spaccata indimenticabile di Vincenzo Montella sotto il naso di Paolo Montero, recordman di espulsioni e fallacci, per il delirio di migliaia di tifosi romanisti approdati sotto la Mole. Ricordi, pagine scritte mai sbiadite, per una tenzone senza fine, un incrociare di lame lungo gli oceani del tempo.  Un’altra pagina del romanzo sta per essere scritta, domenica alle ore 20,30 con tutta la sua coda di polemiche e veleni che ben conosciamo. Il duello continua. D’altronde Roma-Juve è proprio questo…

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