Panchine girevoli: come giocherà l’Inter di Conte

Posted By on Giu 10, 2019 | 0 comments


Giovanni Rosati

Il 26 maggio scorso, l’Inter vince per 2-1 contro l’Empoli nell’ultima giornata di Serie A condannando i toscani alla retrocessione e guadagnando invece per sé un posto in Champions League. Il 30 maggio i nerazzurri sollevano ufficialmente dalla guida tecnica della prima squadra Luciano Spalletti, il 31 annunciano il suo successore: Antonio Conte.

Dopo esser stato esonerato dal Chelsea la scorsa estate, l’ex centrocampista è stato uno dei tecnici più ambiti da tante delle migliori società di tutta Europa. Se ne è parlato in ottica Real Madrid e Manchester United, finché al temine di questa stagione sembrava proprio potesse accettare la sfida di riportare la Roma ad alti livelli dopo un’annata disastrosa. “Io ho un problema: la vittoria. La sento come l’obiettivo del mio lavoro. Io devo avere la percezione di poter battere chiunque, altrimenti posso restare ancora fermo, senza problemi. A Roma, oggi, le condizioni non ci sono”. Così ha chiuso la porta ai giallorossi, così ha dato speranza ai suoi nuovi tifosi: evidentemente, la Beneamata queste condizioni le può garantire.

In effetti, anche ai posti di blocco della stagione appena terminata l’Inter era stata individuata come la più accreditata contender della Juventus per la vittoria finale del titolo, anche se poi la storia non è andata esattamente in quel verso. La fiducia nasceva però da una rosa effettivamente di alto livello, che ora potrà essere modellata sulle richieste di un tecnico vincente per natura (e per auto-acclamazione) e con le idee tattiche molto chiare, pur non dogmatiche.

Come si adatta alla rosa attuale

Difesa – Ci aspettiamo per esempio che la nuova Inter possa esser costruita a partire da una linea difensiva a tre davanti all’affidabile capitan Handanovic, data anche la materia prima che si troverà a gestire. In nerazzurro ci saranno infatti tre calciatori di primissimo livello come Skriniar, De Vrij e Godin, con il futuro di Miranda ancora da stabilire e a chiudere il reparto anche Ranocchia, che con Conte conquistò la promozione in Serie A vestendo la maglia del Bari.

E se lo slovacco e l’uruguagio sono due tra i migliori al mondo nel proprio ruolo ma negli ultimi anni sono stati abituati a giocare in una linea a quattro, De Vrij si è invece messo in mostra nel pacchetto a tre della Lazio di Simone Inzaghi e ha dimostrato di saper svolgere al meglio il lavoro di prima impostazione che Conte chiede al proprio centrale, pur in modo differente rispetto a Bonucci. A conferma di ciò ci sono le parole del suo compagno di squadra e di reparto Skriniar che, intervistato da DAZN, ha costruito l’identikit del difensore perfetto donandogli l’abilità in fase di impostazione, tra tutti i colleghi del mondo, proprio dell’olandese.

Laterali – Un ruolo cruciale nel sistema di gioco di Conte è poi certamente quello degli esterni di centrocampo. Che si tratti di un 3-5-2 oppure di un 3-4-3, il tecnico leccese esige dai suoi laterali qualcosa di molto vicino all’ubiquità. Devono essere onnipresenti, pronti ad affiancarsi agli attaccanti in fase di costruzione e allo stesso tempo di allinearsi ai tre difensori in fase di possesso. Non solo quindi grandi qualità tecniche, ma anche atletiche. Sulla sinistra questi compiti potrebbero esser svolti da Asamoah, che Conte ha già avuto ai tempi della Juventus e che è effettivamente diventato un terzino solo in tempi recenti, dopo aver giocato a centrocampo sia all’Udinese che a Torino.

Su quella corsia si è ipotizzato potesse giocare anche Perisic, ma ci sono ben due dubbi a gravitare su tale possibilità. Il primo è quello della sua permanenza: il croato da diverso tempo ha un piede già all’aeroporto e non sappiamo se l’arrivo di un tecnico come Conte possa convincerlo a cambiare un’idea che finora sembrava essere piuttosto radicata. Il secondo dubbio, invece, è di natura tecnica. Pur avendo caratteristiche da pentatleta, infatti, Perisic non è mai stato un esterno a tutto campo. Nel caso in cui dovesse convincerlo a rimanere, immaginiamo che Conte possa decidere di optare per un 3-4-3 simile a quello utilizzato al Chelsea per schierarlo nel tridente offensivo.

Sulla destra, invece, bisognerà partire quasi da zero. Da terzino quest’anno ha giocato praticamente sempre D’Ambrosio, che potrebbe essere magari la riserva di ruolo, ma che forse sarebbe più adatto a fare il terzo centrale piuttosto che il quinto a centrocampo (è vero, lo faceva a Torino, ma anche più di cinque anni fa). Vrsaljko è invece tornato già ufficialmente a Madrid e Cedric non sarà riscattato. C’è Candreva che quella posizione l’ha occupata proprio con Conte in azzurro a Euro 2016, ma lo scenario nel quale torni a essere un tassello centrale di questa Inter è piuttosto improbabile.

Centrocampo – Analizzando le risorse in mediana già a disposizione, è probabile che Conte opti per il 3-5-2 con Brozovic in cabina di regia e due mezzali ai suoi lati. Le mezzali titolari potrebbero a quel punto essere Vecino e Nainggolan, anche se la permanenza del belga sembrerebbe non scontata, e si adatterebbero bene a quella situazione i vari rincalzi Gagliardini, Borja Valero e persino Joao Mario.

Non è da escludere la possibilità che Conte voglia riproporre una linea mediana a quattro come da tempi recenti a Londra, ma a quel punto si andrebbe probabilmente verso una cessione di Nainggolan, che in quella posizione sarebbe sacrificato. Potrebbero calzare Brozovic e Vecino più Gagliardini, capaci di coprire zone di campo piuttosto ampie, meno Borja Valero e per niente Joao Mario.

Attacco – Una certezza c’è e si chiama Lautaro Martinez. Qualsiasi sia il sistema di riferimento scelto da Conte, con la rosa attuale a disposizione una maglia da titolare la avrebbe in ogni caso. Da verificare le voci secondo cui Conte avrebbe espressamente richiesto alla società la cessione di Icardi, considerato nocivo per lo spogliatoio dopo il polverone alzatosi durante la scorsa stagione. Al contrario di quanto notato per il centrocampo, in questo reparto il roster attuale sarebbe più adatto invece a un 3-4-3, principalmente per la presenza di due esterni puri come Politano e Perisic. Il primo ha però già giocato da seconda punta ai tempi di Sassuolo, mentre il croato, come detto, non è assolutamente certo di restare. A quel punto, la scelta di modulo dipenderà soprattutto da mercato.

Chi può essere integrato

I nomi orbitati intorno alla squadra nerazzurra sul calciomercato negli ultimi giorni sono stati veramente tantissimi. Come detto, l’esterno destro è un ruolo da prendere in particolare considerazione in questo senso, e infatti qui le voci non si sono risparmiate. Da tempo si parla di Danilo del Manchester City, col club britannico che sembrerebbe aver rifiutato una prima offerta di 15 milioni nonostante il brasiliano sia disposto al trasferimento. Ma da quella parte Conte starebbe pensando addirittura di riformare in toto il pacchetto Europeo aggiungendo a Candreva anche il romanista Florenzi, comunque non semplicissimo da strappare alla società giallorossa nell’anno in cui anche De Rossi è stato messo alla porta. In ballo ci sono però anche Trippier del Tottenham finalista di Champions, nonché tassello importante dell’Inghilterra di Southgate, e anche il giovane Lazaro, 23enne austriaco dell’Herta Berlino che già all’età di 16 anni era stato vicino a entrambi i club milanesi. L’Inter si sarebbe poi messa in fila anche per Lazzari della Spal, seguito da diversi club italiani come anche Chiesa, sogno molto difficile da realizzare (e anche sacrificato come esterno a tutta fascia). Ieri si è cominciato a parlare anche di Lucas Vazquez del Real Madrid, altro giocatore che si però troverebbe adattato come quinto di centrocampo.

A centrocampo il giocatore più vicino all’accordo è sicuramente Barella, che sarebbe capace di integrarsi bene sia in una linea a quattro che in una a cinque date le sue spiccate doti atletiche che si integrano con quelle tecniche. Ai nerazzurri sono poi stati accostati altri nomi molto altisonanti come per esempio il danese Eriksen, altro finalista Champions in maglia Spurs, oppure Kovacic, Van de Beek e Lorenzo Pellegrini (oltretutto ancora liberabile attraverso una clausola rescissoria da 30 milioni). Tutti nomi che, oltre a chiarire l’ambizione del progetto meneghino, porterebbero Conte a scegliere il 3-5-2 e non il 3-4-3 come sistema di riferimento.

In avanti, invece, il nome più caldo è quello di Dzeko. Il bosniaco, al quale dalla Roma potrebbe aggiungersi anche Kolarov, ha giocato sempre da centravanti in Serie A finora, ma ha le giuste qualità anche per avere un compagno d’attacco, come in effetti succedeva con Aguero ai tempi del Manchester City. Non si spengono del tutto però anche le piste che porterebbero ad altri due nomi eclatanti come quelli di Lukaku e Dybala, col secondo che sarebbe perfetto per giocare da seconda punta nel 3-5-2 al fianco di Lautaro.

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