L’era di Paulo…

Posted By on Giu 11, 2019 | 0 comments


(di Gianluca Guarnieri) Ormai è fatta. Paulo Fonseca è il nuovo allenatore della Roma, con la speranza di ricreare nella Capitale italiana quanto di buono visto in Ucraina, con i colori dello Shakhtar. Conosciuto nel mondo per il suo 4-2-3-1 aggressivo e offensivo (non disdegnando il 4-3-3), per la sua ammirazione per tecnici quali il “sommo” Guardiola e Maurizio Sarri, e per il celebre travestimento di Zorro di un paio di anni fa, Fonseca è una vecchia conoscenza del pubblico romanista, che lo vide affrontare i propri calciatori nel doppio confronto degli ottavi di finale di Champions del 2018, quando Di Francesco riuscì a superarlo in una sfida equilibrata e combattuta. Fonseca è un tecnico “addestratore”, capace di impostare una squadra pronta a  prendere l’iniziativa e ad imporre il proprio gioco, senza alcun complesso di inferiorità. In Ucraina è riuscito a vincere molto (tre campionati e tre Coppe nazionale, oltre ad una Supercoppa) ma in Europa non è riuscito (almeno per ora) a replicare allo stesso modo. Nato in Mozambico (allora colonia lusitana) nel 1973 come il mitico Eusebio Da Silva Ferreira, Fonseca è l’ottavo allenatore romanista dell’era Americana, dopo Luis Enrique, Zeman, Andreazzoli, Garcia, Spalletti, Di Francesco e Ranieri, rimanendo legato al club di Piazzale Dino Viola per le prossime 2 stagioni con opzione per una terza. A lui la Roma si affida per un rapido ritorno in Champions League, dopo l’ultima travagliata e sofferta stagione. L’impresa non sembra facile, viste le cessioni imminenti per il bilancio, con gli addii più che probabili a “Big” quali Dzeko, Kolarov (entrambi destinati all’Inter di Conte), e Manolas. Probabilmente arriveranno rinforzi proprio dall’Ucraina vedi Ismaily per la fascia sinistra, Veretout a centrocampo via Firenze mantenendo i nazionali Lorenzo Pellegrini, Zaniolo e Cristante, mentre per l’attacco si cerca un centravanti di peso e qualità, con i nomi di Belotti, Icardi e Higuain. Toccherà a Fonseca e al neo direttore sportivo Petrachi centrare il bersaglio. Non sarà facile.

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