AVE CESARE, UOMO D’ALTRI TEMPI

Posted By on Giu 22, 2019 | 0 comments


di Alessadro Gardella

 

In una settimana caratterizzata dalle ben più fragorose e mediatiche dichiarazioni d’addio di Francesco Totti nei confronti della Roma, c’è stata un’altra importante conferenza stampa di commiato. Nel pomeriggio di giovedì, infatti, Cesare Prandelli ha voluto salutare tutto l’ambiente Genoa dalla sala stampa del centro sportivo “Gianluca Signorini” di Pegli. E lo ha fatto a modo suo, con grande signorilità, una qualità che ormai è sempre più merce rara nel calcio di oggi. Chi si aspettava la polemica ad ogni costo, non aveva fatto i conti con Cesare da Orzinuovi, neanche una parola fuori posto, neanche nei confronti di chi qualche parolina forse l’avrebbe meritata. Neanche una critica verso la società che, dopo sole 5 partite dal suo insediamento in panchina, gli ha ceduto il giocatore più rappresentativo (Piatek) non rimpiazzandolo in modo adeguato, neanche una critica verso la tifoseria, rea di aver dato vita a una contestazione verso il presidente, tanto giusta nei contenuti quanto sbagliata nelle tempistiche, con una squadra in profonda crisi di risultati. E’ vero, dal punto di vista strettamente calcistico, l’esperienza di Prandelli sulla panchina del Genoa non può ritenersi positiva, nonostante, con estrema fatica, sia riuscito ad ottenere l’obiettivo della salvezza, ma nel corso di questa conferenza finale, ha voluto semplicemente ringraziare tutte le persone che hanno collaborato con lui in questi mesi e sembra essersi fatto carico anche di colpe non sue, e di questo gli va dato grande merito. Ha concluso la conferenza stampa dicendo che dal suo futuro non si aspetta nulla e di voler solo ritrovare un po’ di serenità, quella serenità, calcisticamente parlando, che sembra aver smarrito dopo il nefasto Mondiale brasiliano del 2014. Da allora solo esperienze travagliate e complicate, a cui possiamo tranquillamente aggiungere quest’ultima sulla panchina rossoblu. L’augurio è che Cesare Prandelli riesca davvero a ritrovare presto questa serenità, perchè il calcio italiano ha bisogno dell’eleganza e dell’umanità di quest’uomo d’altri tempi.

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