Vero “la” partita: la situazione del brasile

Posted By on Lug 2, 2019 | 0 comments


di Vincenzo Boscaino

 

Brasile – Argentina non sarà mai solo una partita di calcio. Due idee del mondo differenti, punti di
osservazione diametralmente opposti. Allegro, leggero e gioioso l’entusiasmo brasiliano; intenso, serioso e
viscerale l’amore argentino. Due stati così vicini, ma tremendamente diversi.
Il percorso del Brasile in questa Coppa America è stata una dimostrazione di superiorità, una superiorità che
non si è palesata tanto nel risultato (per due volte ha pareggiato nei novanta minuti regolamentari), quanto
nella solidità di squadra.
I verdeoro di questa edizione sono tra i “Brasile” più compatti e tattici della storia. Il portiere Allison e il
meglio che si può trovare in questo momento sul pianeta terra. Decisivo nel neutralizzare il penalty di
Gomez contro il Paraguay e fondamentale nell’uscita palla al piede dal basso per tutta la comeptizione. Non
avevamo bisogno di questa Coppa America per capire la grandezza di questo campione, ma il record di
imbattibilità è un ennesimo record da ammirare.
Lontanissimo dalla concezione di una squadra di “individualità”, il Brasile 2019 è un esempio di assoluta
funzionalità calcistica. La squadra macina gioco affidandosi al duo di centrocampo Casemiro – Arthur. Che il
centrocampista del Real Madrid fosse una sicurezza difensiva non vi erano dubbi, ma anche il “catalano” si è
messo in mostra come ago della bilancia della squadra di Tite è stata una sorpresa. Veloce, dinamico ed
intelligente è tra i due quello che supporta la manovra con proiezione offensive. Forse, con Venezuela e
Paraguay si poteva e doveva fare meglio a centrocampo, ma se non avessero sprecato ottime opportunità in
attacco oggi staremmo parlando di un duo assolutamente dominante a livello mondiale.
Facile, comunque, essere “spensierati” in impostazione quando dietro di te hai una linea a quattro come:
Dani Alves – Marquinhos – Thiago Silva – Felipe Luis. Cinque solo i tiri concessi nello specchio della porte in
tutta la competizione (5!). La media di un tiro a partita con l’unica eccezione del Paraguay che è riuscito a
calciare due volte verso Allisson. Eppure, Marquinhos a parte, erano considerati vecchi, logori e finti. Thiago
Silva aveva perso quell’aurea di insuperabilità che ha sempre avuto fin dai tempi del Milan. Felipe Luis e
Dani Alves erano considerati in fase calante. E invece. Thiago Silva si è rivelato il solito muro, Felipe Luis non
ha concesso nulla a tutte le ali avversarie transitate nella sua zona, mentre Dani Alves ha collezionato anche
un gol meraviglioso contro il Perù. Ad oggi, questi quattro si candidano ad essere la difesa più forte del
mondo per una Nazionale.
L’attacco, invece, è un arsenale atomico pronto ad esplodere contro le difese avversarie, se non fosse che a
volte quel pulsante di accensione si blocca nel momento decisivo. 8 gol con Perù e Bolivia, 49 tiri effettuati
in novanta minuti. Ma anche due 0 a 0 con Paraguay e Venezuela in cui le cose non sono andate come
doveva. Il due Coutinho – Firminio è il punto fermo di un attacco che non ha trovato un quartetto titolare.
Nel 4-2-3-1 di Tite le ali sono cambiate e forse nessuno ha convinto appieno. Nella partita di apertura contro
la Bolivia e poi contro il Venezuela i posti da titolare sono stati ricoperti da David Neres e Richarlison che
non hanno fatto brillare gli occhi al tecnico verdeoro. Quindi dalla partita con il Perù dentro Everton e
Gabriel Jesus. Straordinari nella vittoria per 5 a 0 ma meno brillanti nel pareggio a reti inviolate con il
Paraguay. Tuttavia, dovrebbero essere loro confermati per il Big match contro l’Argentina.
Uscire nuovamente da un torneo internazionale giocato in casa farebbe davvero male. Per i più, se
l’avversario è l’Argentina le conseguenze sul morale potrebbero essere disastrose. Questi novanta minuti si
apprestano ad essere i novanta minuti più importanti da quella maledetta partita con la Germania. Una
vittoria per scacciare i fantasmi e far sognare un intero popolo di nuovo. Perché il Brasile è cosi: allegro,
leggero e gioioso ma vuole anche vincere. Vincere adesso per sognare la coppa.

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