Leo, perchè?

Posted By on Lug 7, 2019 | 0 comments


Vincenzo Boscaino

Nel video della federazione Argentina che celebrava il ritorno di Leo Messi in Nazionale c’è quello che Messi rappresenta, ovvero tutto. Nel video si parla di Bergoglio, Ginobili, Gardel, Sabatini ed altri personaggi illustri argentini. Messi è l’insieme di tutto il talento della nazione sudamericana, l’esponente massimo del genio argentino. Il più importante di tutti, anche sopra il Papa.

Per capire il duro sfogo di Messi dopo la partita con il Brasile non si può che partire da questo. Pressioni, responsabilità, aspettative e sogni di un intero popolo sulle sue spalle. Pressioni, responsabilità, aspettative e sogni che ancora una volta hanno finito per frenare l’Argentina ed il suo numero 10. Ancora una volta si è andati vicino, così vicino da pensare che questa volta fosse la volta giusta.

Messi il silenzioso, Messi il timido, Messi che non mette la faccia, Messi che non è un vero capitano. Questa volta è esploso. Le parole ai microfoni di denuncia verso l’arbitro pesano come macigni. “Si sono stancati di coprire le caz**te in questa Copa America e non sono andati a vedere al Var, incredibile. Per noi erano tutti cartellini gialli, per loro mai. L’arbitro non è stato equo. Spero che il Conmebol faccia qualcosa, anche se penso che non farà nulla perché il Brasile gestisce tutto, è molto complicato”.

In quattro righe vi è tutto il mondo del talento argentino. No, questa volta non c’è l’ha fatta. Perché se la sconfitta in finale mondiale con la Germania e le delusioni ad un passo dalla Copa nelle ultime due edizioni contro il Chile lo avevano portato a considerare il ritiro, adesso il suo animo è un fuoco che divampa nel cielo. Leo ha urlato al mondo il mondo che nasconde dentro di sé.

Messi sa che non ci saranno più tante occasioni. Lui che doveva essere l’erede di Maradona, l’accentratore dei sogni, ed ha fallito. E forse l’ha fatto nella maniera che non aspettavamo, con le parole. Dardi infuocati che contrastano con la sua immagine, che non gli appartengono.

A mente fredda ci chiediamo: “Perché?”, “Perché accusare tutto e tutti?”, “Perché non l’hai mai fatto prima?”. Potremmo porci mille altre domande, ma non trovare mai una risposta giusta, che vada ad inchiodare nei nostri pensieri la ragione di tutto questo.

Messi è scoppiato e non ha più retto la pressione, non ha saputo più gestire la sconfitta. La caduta di un “Dio” che rappresentava tutto e tutti. Anche gli Dei cadono, e Messi ce l’ha mostrato. Perché se in campo di mostra cose che non sono pensabili dai comuni terrestri, oggi ci ha mostrato che anche lui è umano.

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