di Marco Bea
Giocare ogni tre giorni con annesse trasferte continentali può essere a volte cosa sgradita agli allenatori, ma quando si è reduci da una brutta sconfitta anche 3000 km di viaggio appaiono più come un’opportunità che come un fardello. Nel caso della Lazio la trasferta di Cluj, tappa d’esordio dell’Europa League 2019/2020 dei capitolini, costituirà infatti un’occasione per gettarsi subito alle spalle il KO con la Spal e tutti i fantasmi emersi nel secondo tempo della sfida del Paolo Mazza di Ferrara.
Giovedì bisognerà comunque fare attenzione alle classiche trappole nascoste dietro a questo genere di partite, spesso indigeste soprattutto per le italiane. I biancocelesti infatti non vincono in Romania dall’1-3 in casa della Dinamo Bucarest del 28 agosto 2007, decisivo per l’accesso ai gironi di Champions League, mentre negli ultimi due precedenti, nel 2011 con il Vaslui e nel 2018 con la Steaua, lo score è stato di un pareggio e di una sconfitta, con addirittura 0 gol fatti. Lo stesso Cluj di Dan Petrescu, al comando in una Liga I che rimane in termini di qualità alla periferia del calcio europeo, si presenta come una squadra quantomeno spigolosa. Le statistiche ci parlano infatti di una squadra molto organizzata in difesa, sono appena 8 le reti subite in 9 turni di campionato, capace di inchiodare, nei recenti playoff di Champions, su un doppio 1-0 una realtà interessante come quella dello Slavia Praga, in ottimo spolvero martedì nell’1-1 di San Siro contro l’Inter. Ad un primo sguardo alle probabili formazioni appare evidente che Inzaghi non intenda in alcun modo sottovalutare l’impegno, con Milinkovic e Correa, non a caso risparmiati dal 1’ con la Spal, come ideali frontman dell’11 titolare. Pur minimizzando il peso del capitombolo di domenica il tecnico piacentino ha ribadito anche nella conferenza stampa della vigilia l’intenzione di tenere sulla corda i suoi e di voler vedere subito una chiara reazione, specie in quanto a concretezza e capacità di far girare a proprio favore gli episodi chiave delle partite.
Un livello di tensione e di attenzione alto evidenziato anche dalla scelta di confermare la spina dorsale di Ferrara, a partire da Strakosha tra i pali. Acerbi e Lucas Leiva saranno invece nell’ordine i leader della difesa e del centrocampo, mentre Caicedo farà coppia con “El Tucu” nel reparto avanzato, con l’obiettivo di sbloccare la casella di reti stagionale in una competizione che ha già dimostrare di gradire oltremodo. La quota turnover sarà invece rappresentata in primis da Berisha e Jony, elementi sui quali graviteranno le maggiori curiosità dei tifosi e degli addetti ai lavori. Dopo aver giocato l’ultimo scampolo di derby il laterale iberico sarà chiamato al primo esame da titolare, mentre il kosovaro, rinfrancato dalla recente doppietta in nazionale dopo un “annus horribilis”, cercherà di trasformarsi nel vero nuovo acquisto di questa annata. I presupposti per un match ricco di contenuti ci sono tutti quindi, con la consapevolezza che una falsa partenza inciderebbe molto sia sul cammino europeo, visti i più impegnativi incroci nel girone con Rennes e Celtic Glasgow, che sulla ripresa del campionato, in programma domenica sera all’Olimpico con il Parma.