di Marco Bea
La Lazio si rimette in carreggiata e con un secco 2-0 contro il Parma ritrova quella vittoria che, calendario alla mano, mancava quasi da un mese. Quello dell’Olimpico di ieri non sarà stato un test di quelli insuperabili, ma dopo le ultime due uscite dai contorni horror non era affatto scontato condurre una prestazione così lineare e priva di inciampi, almeno dentro al rettangolo di gioco. Il meno bravo a mascherare gli umori della settimana è stato soprattutto Ciro Immobile, uomo copertina della serata non solo per la rete che ha sbloccato l’incontro, ma anche per la bagarre innescata con Inzaghi al momento della sostituzione.
Concentrandosi in prima battuta sul verdetto del campo non possiamo che applaudire i biancocelesti, rimasti stavolta saldi al timone della partita per tutti i 90’. La scelta di proporre tutti i big insieme dal primo minuto ha infatti pagato in maniera netta i dividendi, dimostrando ad Inzaghi quanto sia importante, in questa fase della stagione, dare ritmo e fiducia ai migliori interpreti piuttosto che abbandonarsi al credo del turnover e della gestione delle energie. I capitolini hanno infatti imbrigliato sin da subito gli avversari soprattutto sul piano della qualità, espressa in tutta la sua concretezza nell’azione del vantaggio, con una perfetta imbeccata in verticale di Luis Alberto per il diagonale stretto di Immobile dal limite sinistro dell’area. Nonostante qualche pecca in termini di freddezza sotto porta, specie da parte di Correa, i biancocelesti hanno archiviato il primo tempo senza particolari sbavature, a partire da un reparto arretrato dove è stato in primis Luiz Felipe a prendersi la scena. Stavolta la ripresa non ha inoltre riservato repentini cambi di spartito, con la Lazio che ha invece aumentato la pressione nei confronti di un Parma assai meno pungente rispetto all’avvio. L’unico momento di tensione è arrivato proprio al 65’, al momento del cambio tra Immobile e Caicedo, ottimo tra l’altro per impatto ed apporto alla squadra nel finale. L’autore della prima marcatura ha infatti espresso in maniera plateale, sia a gesti che a parole, il suo disappunto nei confronti del tecnico piacentino, costretto a redarguire la sua punta una volta raggiunta la panchina, senza attendere il rientro negli spogliatoi ed il conseguente spegnimento dei flash.
Qualcuno potrebbe sostenere pure a ragione che una reazione di nervi, anche se mal indirizzata, sia preferibile all’indifferenza e all’apatia, ma quella di Immobile, finito sotto la lente di ingrandimento dopo gli errori nel derby e l’opaca partita di Ferrara, rimane comunque catalogabile come errore. Simili comportamenti mandano infatti dei segnali negativi alla squadra, specie se sotto i riflettori e nel corso di un match ancora in bilico a livello di risultato. Per fortuna a stemperare gli animi è arrivato subito il raddoppio di Marusic, freddo nel convertire a tu per tu con Sepe dopo essere stato pescato in area da una “palombella” Milinkovic, altro giocatore imprescindibile quando viaggia con il giusto mood. Un mood che dovrà ritrovare in fretta anche Immobile, destinato a guidare l’attacco nell’imminente trasferta di San Siro contro l’Inter, piatto forte del prossimo turno infrasettimanale. Il 2-0 con il Parma ci ha infatti confermato che la Lazio ha bisogno con più costanza dei suoi uomini migliori nella loro miglior versione, se vuole imboccare almeno la strada della normalità.