Edin Dzeko: la leggenda del cigno di Sarajevo

Posted By on Set 24, 2019 | 0 comments


di Giuseppe Porro

 

Sembrerà un discorso retorico e già ripetuto per mille e mille volte, ma ancora una volta lui: Edin Dzeko; il cigno di Sarajevo ha risolto la pratica Bologna all’over-time come era già successo (e speriamo succeda ancora spesso) per tante e tante altre volte prima di domenica scorsa. Ma la storia che sembra in discesa, e liscia come l’olio non è sempre stata così, anzi. Troppe volte il bosniaco, che ricordiamo è il miglior realizzatore della Bosnia con 58 reti in 105 presenze (primatista anche di presenze nella nazionale del suo paese) è anche uno dei migliori attaccanti di tutti i tempi della compagine giallorossa con 141 presenze e 65 reti, insomma tanta roba che comunque non è mai abbastanza in questa città, che non ha risparmiato fischi o critiche nemmeno a giocatori del calibro di Voeller o Aldair per fare degli esempi pratici

Dolce e Amaro
Il rapporto tra Roma ed il gigante bosniaco da sempre è dolce e amaro, tanto da non esimere per l’appunto Edin Dzeko dal non essere criticato; fischiato; ed anche venduto, ma lui ha sempre risposto sul campo come in una delle migliori favole di Andersen dove il brutto anatroccolo si trasforma in cigno, (e nel nostro caso) il cigno di Sarajevo. I numeri parlano per lui, per esempio da incorniciare la rete al Chelsea di Conte a Stanford Bridge in Champions League, dove l’allenatore leccese se ne innamora tanto da essere vicino al suo acquisto nel mercato di gennaio (ancora Monchi) ma lui rifiuta e rimanda al mittente l’offerta scegliendo ancora Roma, oppure ancora quest’estate quando si dava per certo il suo passaggio all’Inter (ancora Conte) con (secondo alcuni organi di informazione) un accordo tra il calciatore e la compagine nerazzurra già fissato in primavera con fischi da gran parte dello stadio nell’ultima partita di campionato con il Parma, al momento della sostituzione con il suo “successore” Patrick Shick

L’hacker; Zorro e il Cigno
Letta così potrebbe sembrare una barzelletta datata, ma invece è il punto vitale di questa nuova Roma che sta nascendo. L’hacker e Zorro (ma questa è un altra storia) ovvero Petrachi e Fonseca sono stati fondamentali per la permanenza del bosniaco che si era promesso a Conte ed aveva perso gli stimoli nella scellerata scorsa stagione giallorossa, mettendo l’attaccante al centro del progetto e facendolo sentire un giocatore fondamentale ed importante nello scacchiere giallorosso sin dalle prime fasi del mercato, con le parole del DS prima e del mister dopo. E lui, il vice capitano ha ripagato la fiducia data dimostrandosi leader in campo, siglando sinora tre reti su quattro gare di campionato ed una rete nella prima gara di Europa League. Quattro reti in cinque gare al momento, e se il buongiorno si vede dal mattino i tifosi giallorossi possono finalmente sognare. Il cigno è ancora elegante ed aggressivo

Submit a Comment