Juve, prova di forza a San Siro

Posted By on Ott 7, 2019 | 0 comments


Nicola Ciacciarelli
La Juve passa a San Siro 2-1 e si prende la testa del campionato. Presto per poter dire che anche quest’anno non ce ne sarà per nessuno, ma la prova di forza a Milano c’è stata. E i tre punti sono strameritati. Contro l’Inter si è vista una Juve autoritaria, che ha comandato il gioco per larghi tratti del match. Sarri sta modellando pian piano la sua creatura.
Il tecnico ex Napoli propone un paio di sorprese ad inizio gara. Niente Higuain e Ramsey, dentro Dybala e Bernardeschi. Il numero 10 lo ripaga con il gol del momentaneo vantaggio e con una prestazione intelligente. L’argentino fa da ottimo collante tra mediana ed attacco, lasciando a Bernardeschi l’incarico di agire da centravanti. Nonostante la prestazione del Berna non sia esaltante, la sua posizione regala più spazio per agire a Paulo e Ronaldo, che partono da lontano. L’ingenuità di De Ligt (fallo di mano) complica le cose, ma non cambia il piano partita di Sarri. Il pallino del gioco è sempre bianconero. Rispetto alla prime giornate la manovra è più fluida. Il continuo movimento, a centrocampo, di Matuidi e Khedira fornisce a Pjanic sempre un punto d’appoggio. Il bosniaco è il fulcro del gioco juventino, che passa spesso anche da seconde opzioni, come i piedi di Bonucci. Al centrale difensivo è richiesta la verticalizzazione, se la retroguardia avversaria sale molto, per sfruttare gli attacchi alla profondità delle punte.
Nella ripresa il canovaccio tattico non cambia. L’Inter è brava nelle ripartenze, ma la Juve è attenta e continua a comandare il gioco. Entrano Bentancur ed Higuain al 62′ e la squadra sembra perdere gli iniziali equilibri. Colpa soprattutto dell’uscita di Khedira. Sarri riconosce l’errore e meno di dieci minuti dopo toglie Dybala per inserire Emre Can. La grinta e la forza fisica del neoentrato riequilibra la squadra. Bentancur da mezzala passa in posizione di trequarti e fa male all’Inter all’80’. L’uruguagio, servito tra le linee da CR7, imbuca per Higuain. La difesa nerazzurra tarda a chiudere e Il Pipita ha il tempo per scagliare un rasoterra che non lascia scampo ad Handanovic. Conclusione non angolata ma potente il giusto per trafiggere lo sloveno a quella distanza. Come nel maggio 2018 Gonzalo è decisivo. All’epoca regalò un pezzo di scudetto ai suoi, oggi la testa della classifica. Non c’è male.
La Juve regge l’onda d’urto nerazzurra successiva alla rete del Pipita. Szczesny, bravo in uscita su Vecino, sbarra la strada ai nerazzurri che sono costretti ad incassare il primo stop in campionato dopo sei successi consecutivi. Ad Antonio Conte non resta altro che il rammarico per aver affrontato un avversario così forte senza uno dei protagonisti assoluti dell’inizio di stagione interista, Stefano Sensi. Il diverso peso tecnico dei subentrati delle due squadre ha fatto il resto. La Juve si è mostrata più pronta, brava nei dettagli. Quelli che fanno la differenza.

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