Nazionale: Gravina e le “Tavecchiate”

Posted By on Ott 12, 2019 | 0 comments


di Giuseppe Porro

 

Non siamo pronti culturalmente al cambiamento in atto, forse perché siamo indietro (mentre crediamo di essere avanti) proprio culturalmente a tutti. Oggi con i social, anche una “stupidaggine” o “bazzecola” che dir si voglia, viene amplificata diventando un macigno gigantesco alzando un polverone immane da far indispettire anche teste incoronate, ma d’altronde stiamo parlando di sua maestà il calcio, e quindi: indignazione; sgomento; contestazione; unità di intenti e di pensiero, si trovano solo davanti al dio pallone. Questa volta tocca alla Nazionale, dove il patriottismo italico esce fuori al momento dell’inno a squadre schierate in campo (a tal proposito, ricordate la polemica su chi canta e chi no?), e questa volta ad essere sotto i riflettori e la nuova maglia della nazionale, la maglia verde. Via l’azzurro e il logo tricolore, e nel nome del dio denaro degli sponsor, e della multicultura cambiamo tutto.

Il colore dei soldi
“Il colore dei soldi”, è un film famoso con Paul Newman, ed è il seguito di un altro film di successo del grande attore americano ovvero “Lo spaccone” ma può anche essere l’ispirazione della maglia verde (verde dollaro o verde petrolio), con lo sponsor nella parte dello spaccone e la federazione che per motivi economici accetta questo “cambiamento”, (ricordiamo questa è la terza maglia) con il quale gli (ex) azzurri saranno in campo contro la nazionale greca. È vero le nuove generazioni sono multiculturali, nelle classi scolastiche ci sono bambini asiatici; europei; africani, nati da coppie miste e italiani in tutto e per tutto. Infatti lo spot di presentazione delle nuove maglie è stato fatto con ragazzi di altre culture, anche per sensibilizzare il sistema. Restiamo però nel discorso prettamente calcistico, non come succede spesso sui social dove i discorsi partono da un punto, e arrivano ad un altro punto senza un senso compiuto. Non siamo pronti ad un cambio cromatico, come d’altronde succede in tutte le squadre di club nel nome degli sponsor, vediamo maglie con i colori più disparati (la blu della Roma; la rosa della Juventus o la mimetica del Napoli; etc.), ma non c’è mai stata una levata di scudi come in questo caso. È vero la situazione è diversa, la Nazionale è azzurra con lo scudetto tricolore sul petto a prescindere, oppure bianca (seconda maglia), e nessun altro colore può sostituire un istituzione, anche perché, per l’appunto siamo indietro culturalmente nel calcio.

Le Tavecchiate
Facciamo un passo indietro, e torniamo ai danni fatti dal vecchio presidente Tavecchio, e dopo aver visto l’epilogo della brutta gestione, ovvero la mancata qualificazione all’ultimo mondiale e le seguenti (a fatica) dimissioni pensavamo di aver toccato il fondo. Invece il nuovo presidente Gravina ha trovato il modo di far parlare della Nazionale, al di fuori dal campo creando una “tavecchiata”. Finalmente ora che si comincia a vedere gioco; nuovi talenti; risultati, il discorso viene spostato sulle “nuove maglie” verde petrolio e con lo scudetto anonimo senza tricolore, che cromaticamente ricordano il Camerun o il Senegal, una vera e propria “tavecchiata”. La cosa importante è di maggior interesse è che l’Italia vinca contro la Grecia, perché se così non fosse la maglia verde sparirà all’improvviso come maglia da iattura, in caso contrario, ovvero una vittoria dei “novelli verdi” (e noi tutti ce lo auguriamo) le polemiche fatte sinora avranno vita breve, la vita di una bolla di sapone.

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