La Lazio coglie il last minute a Firenze, serata no per l’arbitro Guida

Posted By on Ott 29, 2019 | 0 comments


di Marco Bea

 

Nell’economia di una stagione ci sono vittorie che pesano più di altre e quella della Lazio a Firenze assume dei contorni molto più significativi dei canonici 3 punti. Con l’1-2 del Franchi i biancocelesti hanno infatti espugnato uno dei campi più difficili della Serie A, senza patire troppo a livello di prestazione la sfortunata trasferta di Glasgow di appena 72 ore prima. Come accaduto di recente con l’Atalanta la squadra ha inoltre saputo incidere sul risultato nei minuti finali, il che rappresenta un segnale consistente di vitalità e presenza sul piano mentale, al di là degli episodi e delle polemiche arbitrali su cui ha girato la partita.
Il protagonista in negativo di una serata nel complesso di buon calcio è stato infatti l’arbitro Guida, che ha scontentato, con un paio di errori piuttosto marchiani quanto simili tra loro, entrambe le contendenti. Ai capitolini manca infatti un rigore per un intervento in area al 12’ di Caceres su Lazzari, letteralmente travolto con l’anca e con la spalla dal difensore uruguagio, in ritardo nel chiudere una bella percussione dell’esterno rivale sulla destra. I viola recriminano invece oltremodo per la rete decisiva di Immobile all’88’, propiziata da un’azione sporcata in partenza, nella metà campo laziale, da una brusca entrata di Lukaku ai danni di Sottil. Due situazioni chiave in cui Guida ha preso da subito e con convinzione la decisione sbagliata, inibendo al tempo stesso l’intervento di un VAR che, in base al protocollo, non può correggere le valutazioni del giudice di gara sull’entità dei contatti, a meno che quest’ultimo non li abbia visti o ravvisati nella loro interezza. Una prassi purtroppo abbastanza contorta e soggetta di volta in volta alle singole interpretazioni, che non a caso fatica ad essere compresa appieno sia dagli appassionati che dagli addetti ai lavori, come testimoniato dalle vibranti proteste di Montella al termine dell’incontro.
Fiorentina-Lazio è stata però in primis una sfida piuttosto intensa ed interessante sul lato agonistico e tattico, in cui Inzaghi ha superato proprio Montella nel confronto sulle panchine. Il tecnico piacentino ha infatti vinto la scommessa di Lukaku, mai utilizzato fino ad ora in stagione ma bravo, una volta subentrato al 61’, a spezzare gli equilibri con le sue galoppate, che hanno prodotto oltre alla rete di Immobile anche un rigore, poi non trasformato da Caicedo, al termine del recupero. Inerzia che il mister della viola ha invece contribuito a direzionare con l’uscita di Ribery, spina nel fianco per una retroguardia biancoceleste apparsa a tratti traballante. Pessima in particolare la copertura dell’area in occasione del momentaneo 1-1 al 27’ di Chiesa, lasciato libero di concludere da una difesa andata a convergere quasi in toto su una penetrazione dello stesso Ribery sulla sinistra. Al netto di qualche inciampo la Lazio si è tuttavia distinta per la sua efficacia nel colpire in transizione, molto superiore rispetto a quella delle azioni manovrate a difesa schierata, con il gol dell’1-0 di Correa che ha fotografato la notevole capacità degli interpreti avanzati, a partire da Immobile e Luis Alberto, di sfondare con le imbeccate rapide in verticale. Il ritorno di Lukaku e la crescita di Lazzari potrebbero inoltre garantire alla squadra di sfogare il proprio gioco con più insistenza anche sulle corsie, spesso troppo poco sfruttate rispetto alle potenzialità del 3-5-2. Trovare continuità e qualità nelle proprie soluzioni sarà fondamentale nei prossimi due incontri, raccolti in meno di 7 giorni per via del turno infrasettimanale, in cui i capitolini se la vedranno con due avversarie convalescenti come Torino e Milan, ma non per questo meno pericolose.

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