Luci ed ombre dell’affare Ibrahimovic

Posted By on Dic 27, 2019 | 0 comments


Vincenzo Boscaino  Come in un classico film natalizio in cui il protagonista dopo numerose delusioni e sfortune nella vita riesce a cambiare il proprio destino nel giorno di natale, così i tifosi del Milan hanno visto il proprio orizzonte calcistico tingersi di speranza. Sotto l’albero è stato trovato un regalo inaspettato e dolce, prezioso ed utile: Zlatan Ibrahimovic.

Lo svedese torna nel campionato Italiano e rivestirà la maglia rossonera per almeno 6 mesi. L’affare Ibrahimovic è stata una trattativa lunga ed articolata in cui non sono mai state chiare le reali volontà del club e dello stesso giocatore. La sconfitta con l’Atalanta ha lacerato lo spirito e l’orgoglio della società che è dovuta correre ai ripari ed accontentare quasi tutto ciò che il giocatore svedese chiedeva.

L’acquisto di Zlatan porta con se speranze e dubbi. Il campionato americano non è certamente il più allenante del mondo ed i suoi 38 anni iniziano a pesare come un macigno. Non si possono chiedere rientri in difesa, prestazioni di alto livello per 90 minuti in ogni partita. In fondo, però, non è questo lo scopo della trattativa. Ibrahimovic più che valore tecnico deve portare nello spogliatoio disciplina e diligenza. La sensazione è che lo svedese deve essere una figura di raccordo tra un gruppo troppo giovane ed una società con ambizioni troppo alte.

In questi anni, abbiamo avuto modo di conoscere la personalità di Ibrahimovic a tutto tondo. Se c’è una cosa che odia più di tutte è la sconfitta e farà di tutto per invertire la tendenza del club rossonero di questi ultimi mesi.

Ammirando i video su Youtube del campione svedese rimane negli occhi una bellezza accecante: rovesciate, tacchi e una sicurezza nei propri mezzi disarmante. Ibra, però, non è più quel giocatore. Di lui è rimasta l’anima, il carattere e la determinazione. Leao, Piatek e gli altri giovani avranno un parafulmine adesso che li potrà lasciare tranquilli di crescere e lavorare senza troppe pressioni.

Un unico calciatore solo sul pianeta terra esisteva che poteva caricarsi un club in declino sulle spalle e portarlo verso la serenità, e questo calciatore era proprio Ibrahimovic. Solo il tempo ci dirà se è stata la scelta giusta della società o l’ennesima mossa della disperazione.

Ai posteri l’ardua sentenza.

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