Nicola Ciacciarelli
La Juve batte la Fiorentina e mantiene il distacco invariato da Inter e Lazio. Allo Stadium finisce 3-0, un risultato che non fotografa perfettamente una partita ben giocata dai viola e molto equilibrata. Un match che ha lasciato pesanti strascichi al fischio finale di Pasqua, causa il secondo rigore concesso dall’arbitro alla Juventus e le conseguenti vibranti proteste del presidente Commisso.
I 90 minuti dello Stadium ricalcano alla perfezione l’ultimo periodo bianconero. Gran possesso di palla (69% contro 31) ma mai una verticalizzazione che possa innescare Higuain o Ronaldo. La Juve sbaglia anche molti tocchi di misura arrivata a ridosso degli ultimi sedici metri. Il dato dei tiri in porta (8 contro 5 a favore di Madama) conferma però quanto detto in precedenza. C’è stato grande equilibrio tra bianconeri e viola. La Juve ci prova con conclusioni dal limite visto che gli ospiti fanno densità in area. Una di queste è respinta dal braccio di Pezzella. Rigore netto che Cristiano trasforma. La Fiorentina non cambia atteggiamento. Sempre dietro la linea della palla, ma costantemente pronta a ripartire. Gli uomini di Iachini non si arrendono e si fanno pericolosi dalle parti di Szczesny (bravo su Chiesa) in un paio di occasioni. Poi a 10 minuti dal termine l’episodio che scatena l’ira dei gigliati: Ceccherini e Bentancur entrano in contatto e per il direttore di gara è penalty. Fiscale la decisione dell’arbitro se si considera che di contatti del genere se ne vedono a bizzeffe in un match. Cristiano dagli undici metri non fa sconti e chiude la questione prima del definitivo tris di De Ligt nel recupero.
Una Juve non scintillante, ma perlomeno concreta incassa tre punti preziosi che fanno seguito alla sconfitta di Napoli e danno morale ad una squadra che, al momento, non riesce ad alzare quasi mai il ritmo del gioco. La Signora può esser contenta di aver mantenuto inviolata la propria porta e che si avvicina al momento caldo della stagione comunque in testa alla classifica.