Lazio, ora inizia un nuovo campionato

Posted By on Feb 10, 2020 | 0 comments


di Marco Bea

 

Dalla vittoria di Parma possiamo trarre tante conclusioni sull’attuale dimensione della Lazio, ormai lanciata di diritto in una giostra che, al di là di come e quando si fermerà, merita di essere assaporata ed apprezzata fino in fondo. Con lo 0-1 del Tardini gli uomini di Inzaghi si sono infatti spinti oltre qualsiasi limite preventivabile, espugnando un campo oltremodo ostico e toccando quota 18 risultati utili consecutivi, ennesimo record assoluto che iscriverà questa squadra nella storia biancoceleste. Superato anche questo scoglio si apriranno adesso le porte di una nuova quanto entusiasmante porzione della stagione, dove la parola scudetto non potrà più definirsi eresia.
Nell’analizzare la sfida di domenica in terra emiliana partiamo però dall’episodio che, a ridosso del 90’, ha fatto infuriare D’Aversa e i suoi, ovvero la trattenuta di Acerbi in area ai danni di un Cornelius pronto ad impattare uno spiovente dalla sinistra. Le immagini a riguardo parlano chiaro, con il centrale biancoceleste che tira in maniera netta la maglia dell’avversario, smarcatosi di mestiere da un corpo a corpo condotto ai limiti del regolamento da entrambi i contendenti, ma non sanzionato in alcun modo dall’arbitro. Più che la decisione in tempo reale di Di Bello stupisce il mancato ricorso al VAR, poiché ci sarebbero stati, in base al protocollo, tutti gli estremi per una “on field review”, così da valutare meglio una situazione che, in quanto a scorrettezza, non verteva certo a favore di Acerbi. Al di là della moviola Parma-Lazio è stata tuttavia una partita ricca di contenuti tecnici e agonistici, in cui i capitolini hanno sfoderato una prestazione convincente su entrambi i lati del campo. Dopo un primo tempo legittimato in quanto a superiorità territoriale e di gioco dalla rete di Caicedo al 41’ i biancocelesti hanno saputo soffrire con ordine nella ripresa, pur non rinunciando a pungere in ripartenza. Le tossine dell’intenso match di mercoledì contro il Verona si sono quindi fatte sentire solo in parte, grazie anche ad un turnover, in parte forzato dalle squalifiche di Radu e Milinkovic, ben calibrato da parte di Inzaghi. Il dato più confortante di giornata risiede senza dubbio nel contributo offerto dalle seconde linee, Parolo e Jony su tutti, che non hanno fatto rimpiangere per nulla la mancanza di ben quattro titolari nell’11 iniziale.
Il successo del Tardini è quindi lo specchio di una rosa in cui, pur con sfumature diverse, tutti si sentono coinvolti e partecipi nel raggiungimento di un obiettivo ormai più nobile del piazzamento Champions. In una settimana sulla carta piuttosto pesante, l’ultima dell’inverno con il fardello dei tre impegni ravvicinati, la Lazio ha infatti recuperato la bellezza di 4 punti alla Juventus, adesso appaiata con l’Inter in vetta ad una sola lunghezza di vantaggio dai biancocelesti. La banda di Inzaghi potrà adesso giocarsi la lotta per il podio partendo in sostanza alla pari delle rivali, con il significativo vantaggio di dover disputare però almeno 4 partite in meno rispetto ai bianconeri e ai nerazzurri, entrambi ancora in corsa sia in Europa che in Coppa Italia. Per la Lazio ci saranno invece 15 incontri da approcciare come delle vere finali, a partire da quello di domenica prossima con la formazione di Conte, test spartiacque per capire quale piega andrà a prendere questo nuovo mini-campionato a tre.

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