(di Gianluca Guarnieri) Non basta Dzeko, per battere l’Atalanta, e la squadra giallorossa si arrende ai bergamaschi, vanificando un buon primo tempo, subendo alla distanza il ritorno di Gasperini e dei suoi, perdendo un match probabilmente decisivo per l’intera stagione. Terza sconfitta consecutiva e il quarto posto si allontana a -6 con un solco che rischia di essere incolmabile precludendo il più importante degli obiettivi stagionali. Troppo morbida la Roma, incapace di mettere a frutto il prezioso vantaggio, sbagliando nello specifico delle reti nerazzurre (molto male come organizzazione sul corner che porta alla rete di Palomino, per non parlare del secondo con i relativi pasticci in area…) non riuscendo a reagire per l’ennesimo svantaggio subito. Un percorso di sinistra memoria, con il quinto ko in campionato in sette partite e ben due punti in meno dello scorso anno, nel momento della massima crisi della gestione Di Francesco. Troppe cose non funzionano in una squadra che tranne Dzeko (al 101esimo centro in maglia giallorossa) non riesce a trovare la via della porta, con centrocampisti impalpabili in zona goal e un gruppo che si smarrisce alla prima occasione e alla prima difficoltà. Neanche Fonseca è riuscito a trovare le contromisure giuste al furore agonistico bergamasco, con cambi abbastanza improbabili (perché fuori Kluivert e non Perotti prima, ad esempio…). Il 2020 ha completamente cancellato quanto di buono fatto fino a fine anno, lasciando una squadra sempre più debole, strutturalmente e concettualmente non in grado di offendere. La prestazione di Bergamo (a proposito, vergognosi i cori contro Pellegrini, da chiara Discriminazione territoriale…) è chiaramente differente dai Ko con Sassuolo e Bologna, ma in soldoni la resa resta sempre la stessa. Non si riesce a vedere la luce di un tunnel, che resta sempre più buio ed oscuro, di una lunghezza sempre più grande.
