Lazio, da cenerentola a regina con le big

Posted By on Feb 17, 2020 | 0 comments


di Marco Bea

 

La metamorfosi della Lazio di questi ultimi mesi è passata anche, se non soprattutto, dal suo nuovo modo di approcciare ed interpretare gli scontri diretti. Il trionfo in rimonta per 2-1 contro l’Inter di domenica, in un match quanto mai crocevia nella lotta a tre per il vertice, ha certificato il netto salto di qualità operato dai capitolini in quei match di cartello che erano stati, fino poco tempo fa, la vera nota dolente della gestione Inzaghi. Dietro questo step in avanti c’è tutta la determinazione e la consapevolezza di un gruppo che si è scrollato di dosso una volta per tutte non solo l’etichetta di “underdog”, ma anche i fantasmi di alcune sanguinose sconfitte del recente passato, a partire da quella con gli stessi nerazzurri il 20 maggio del 2018.
Prima di lasciarci andare a delle considerazioni di carattere qualitativo lasciamo però che siano i numeri i parlare. Nel triennio tra l’agosto 2016 e del 2019 la Lazio ha totalizzato, in media, appena 0,7 punti a partita al cospetto delle migliori quattro del campionato, mentre nella stagione corrente il dato in questione tocca addirittura quota 1,75. Una cifra che potrà senza dubbio essere soggetta a dei ritocchi, magari in negativo in luce delle difficili trasferte di Bergamo e di Torino sponda bianconera ancora da affrontare, ma che risulta ad oggi sporcata anche dallo 0 dell’andata di San Siro con l’Inter, frutto in primis delle parate di Handanovic. Questa ulteriore inversione di tendenza in atto è stata palese forse come non mai proprio domenica sera all’Olimpico, in un match dove i biancocelesti non hanno sofferto gli avversari a livello psicologico neanche dopo aver subito la rete dello svantaggio da parte di Young al 43’. L’11 di Inzaghi ha incassato infatti lo schiaffo senza scomporsi e andando addirittura a salire di colpi nella ripresa, sia in termini di spirito che di fiducia. Il ribaltone nel risultato è giunto quindi in maniera quasi naturale tra il 49’ ed il 68’, con il rigore procurato e trasformato da Immobile prima e con il colpo da biliardo di Milinkovic poi, nella fase più intensa e decisiva della partita, con una dinamica sovrapponibile a quella del doppio successo contro la Juventus di dicembre. Un risultato legittimato nelle occasioni sia dalla clamorosa traversa colpita dallo stesso Milinkovic in avvio, su una fulminea bordata dai 30 metri, che dall’ottimo intervento di Padelli all’84’ a tu per tu con Immobile.
Oltre all’ormai abituale applicazione difensiva, voti alti per tutto il terzetto arretrato trascinato dal “solito” Acerbi, sono da rimarcare anche le mosse di Inzaghi, coraggioso nel lasciare in panchina due potenziali titolari come Correa e Lazzari per sfruttare la loro brillantezza di gamba nella ripresa. La vera differenza tra le due squadre è inoltre emersa soprattutto in termini di atteggiamento generale, con Conte che ha operato delle scelte fin troppo speculative, sacrificando Lautaro in contenimento su Leiva e concedendo ad Eriksen, per distacco l’elemento più dotato di inventiva dell’Inter, uno spezzone di appena 15’. Per la Lazio proprio l’atteggiamento di domenica dovrà essere il punto su cui ripartire sin dalla prossima trasferta di Marassi, sponda Genoa, per dare ulteriore linfa ad un sogno, ad oggi, distante un singolo punticino.

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