Un sogno atteso da 41 anni…

Posted By on Mag 9, 2020 | 0 comments


 (di Gianluca Guarnieri) Lo scudetto era stato vinto 7 giorni prima a Genova con l’1-1 di Marassi, ma la festa e il ringraziamento ci fu in quella indimenticabile domenica di Maggio. Il 15 maggio, appunto,  è sicuramente uno dei giorni indimenticabili nella storia dell’A.S.Roma. Un giorno che chiudeva come disse il Presidente giallorosso Dino Viola, “un sortilegio durato 41 anni”. Quel giorno caldo e bello, dove la Capitale si vestì di giallorosso, in ogni quartiere, rione o borgata, unici veri colori per l’Urbe eterna creata nel 753 avanti Cristo, si compì un rito di felicità collettiva, con la squadra del mitico Barone Liedholm attesa dal galoppo finale, sul prato amico dell’Olimpico contro il Torino. La città era nel delirio più totale e lo stadio Olimpico era colmo come non mai, tanto da far esclamare a Sandro Ciotti, radiocronista Rai della gara: “raramente hanno così senso le parole -stadio al limite della capienza- come oggi…”. Il Toro di Bersellini e Dossena fece da onesto “sparring partner” al cospetto di una Roma sovrana del campionato, con la Juve seconda e già con il pensiero alla finale di Coppa dei Campioni di Atene, opposta all’Amburgo di Kaltz e Magath, che le avrebbe riservato una sgradevole sorpresa. La festa ci fu e restò scolpita nella mente e nel cuore. In campo fini con un 3-1 netto, con il vantaggio romanista trovato da Roberto Pruzzo su calcio di rigore (rete numero 12 per il bomber in quel campionato), bissato dal “Divino” Paulo Roberto Falcao, che raddoppiò con un tocco felpato di esterno destro, proprio della sua classe e del suo carisma, con tanto di corsa e balzo sotto la curva Sud, ebbra di gioia. Del goal del Torino, firmato Patricio Hernandez non se ne accorse quasi nessuno, mentre il 3-1 di Bruno Conti, con uno splendido sinistro incrociato, ebbe ben altra enfasi. E poi fu solo felicità, con un commovente giro di campo ed un enorme tricolore condotto sulla pista di atletica del vecchio Olimpico, scoperto e ribollente di giallorosso, con i calciatori romanisti guidati da Capitan Agostino Di Bartolomei, leader silenzioso ma di raro carisma dello spogliatoio capitolino. La festa ovviamente non terminò lì, con il concerto di Antonello Venditti al Circo Massimo affollato da quasi un milione di persone, con ogni stella al suo posto, lassù. La gioia fa parecchio rumore.  Un vero e proprio “Perfect day”, come avrebbe detto Lou Reed. Indimenticabile e dolcissimo. In quel giorno festeggiò anche un bimbo di quasi 7 anni, biondo e romanista, con i suoi genitori Enzo e Fiorella ed il fratellino maggiore Riccardo. Francesco Totti festeggiò mentre era in procinto di giungere al mondo, per la gioia di Alberto e Michela, Daniele De Rossi, che avrebbe aperto il suo sguardo sul mondo il 24 luglio di quell’anno indimenticabile. Entrambi, Francesco e Daniele, sarebbero stati gli eredi di “Ago”. Ma questa è un’altra storia…

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