Roma: Gandalf il grigio e la terra di mezzo

Posted By on Giu 19, 2020 | 0 comments


di Giuseppe Porro

 

Se non ci fosse stato Tolkien a scrivere la saga epica del Signore degli Anelli, potremo pensare che la trilogia sia stata partorita in quel di Trigoria, d’altronde l’appellativo di “magica” accompagna la Roma da sempre. I personaggi come nella saga dell’anello si incrociano; si aiutano e si danno battaglia, e il colpo di scena (pronto da dare in pasto alla comunicazione romana) è sempre dietro l’angolo, ma proviamo a vedere quello che succede nella Contea, ovvero dentro Trigoria, benvenuti nella Terra di Mezzo e che il viaggio inizi. La Terra di Mezzo si estende da Boston nel Massachusetts fino al Sudafrica, passando per Londra nella perfida Albione fino ad arrivare alla Contea ovvero nella città eterna di Roma. Mentre gli americani sono a caccia dell’introvabile ed irraggiungibile anello (lo stadio), le sorti di Trigoria sono in mano a (così lo definì Ranieri a fari spenti) “testa grigia” al secolo Franco Baldini ovvero Gandalf il grigio. Ma proviamo a fare un riassunto e rimettere insieme i pezzi di questo intricatissimo real fantasy.

La Contea: Trigoria
Il presidente James Pallotta in questi anni (da quando è arrivato a Roma) si è sempre fidato di una sola ed unica persona, ovvero Franco Baldini uno dei maggiori e preparati dirigenti italiani, colui che prima di diventare il temuto Gandalf il grigio (anche se Gandalf, prima grigio e poi bianco è temuto dai nemici e non dagli amici) era l’anti Moggi (quello che a quei tempi era il Saruman di turno), quello che dopo la iattura dello scudetto della Lazio del 99/00, portò alla Roma di Franco Sensi la spina dorsale, ovvero: il muro; il puma e il re leone (che potrebbe ricordare un altra saga fantasy, ovvero: “Le Cronache di Narnia: il leone, la strega e l’armadio”) Walter Adrian Samuel; Emerson Ferreira Da Rosa e Gabriel Omar Batistuta, spina dorsale che insieme ad altri “organi” porterà i giallorossi allo vittoria nella stagione successiva, “scucendo” di fatto lo scudetto dal petto dei cugini e portando nella “Contea” un record ineguagliabile. Poi dopo una parentesi a Madrid (dove tra gli altri scopre Higuain) e nella nazionale proprio della perfida Albione torna a Roma, e rilasciando un intervista con onestà intellettuale ma (forse) senza pensare alle conseguenze, decide di mettersi contro il re di Roma ovvero Francesco Totti anzi contro il suo popolo definendo “pigro” il capitano giallorosso, e facendo infuriare i tifosi che non hanno capito l’iperbole del dirigente toscano, che da li in poi diventa un “nemico” della Roma.

Conclusioni
Franco Baldini è il problema della Roma, questa è l’analisi della città, colui che ha cacciato Francesco Totti e Daniele De Rossi, ha mal consigliato James Pallotta, ha fatto la guerra a Walter Sabatini; Ramon Monchi ed ora Gianluca Petrachi. Partiamo dal presupposto che non si discute la professionalità e la competenza del dirigente, gli errori li ha fatti anche lui ma ci sono le attenuanti. Francesco Totti e Daniele De Rossi, erano due calciatori a fine carriera (si può discutere la forma, ma non il contenuto); i direttori sportivi li ha scelti lui, e nel caso di Monchi nessuno presagiva un fallimento totale. Un capitolo a parte invece merita Petrachi, anche lui scelto da Baldini ma ora separato (anche in questo la Roma fa scuola) in casa a Trigoria, ma anche in questo caso si è visto che Baldini ha avuto ragione prendendo un ds di carattere e grinta (basta vedere lo “scontro” con Pallotta) che ha fatto e sta (o stava con il beneficio del dubbio) facendo un buon lavoro. Ora per vedere come finirà questa ennesima telenovela a tinte giallorosse, bisognerà aspettare la fine della sospensione del dirigente e se sarà divorzio o sarà fatto un passo indietro, mentre Morgan De Sanctis farà le sue veci. Ora la cosa importante è preservare il gruppo in vista del mini campionato che sta per ripartire, perché i dirigenti passano; i giocatori passano; la Roma resta.

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