Roma: basta un Friedkin più fortunato di Pallotta

Posted By on Ago 12, 2020 | 0 comments


(di Luca Lippi e Giuseppe Porro)

È ormai noto, che Friedkin Group sarà il nuovo timoniere della Roma. Di seguito cercheremo di far comprendere le dinamichde che hanno caratterizzato la gestione di Pallotta e il vero affare che porterà Friedkin ha lanciare un Opa il 17 agosto, e forse al delisting della società stessa, ovvero l’uscita definitiva dalla Borsa, ma andiamo per ordine.

Leggendo il bilancio di una società per azioni bisogna seguire gli aspetti positivi e quelli negativi. Quelli positivi sono strettamente legati ai ricavi operativi e quelli della AS Roma pre-covid sono stati molto positivi. Sono disponibilità su cui la società può fare affidamento ogni anno senza le plusvalenze di mercato. Ci sono stati ricavi da Champions per due miliardi oltre i 20 milioni dagli sponsors, tutti elementi che hanno notevolmente migliorato il bilancio 2019 rispetto al 2018 di 220 miliardi.

L’aspetto negativo che riguarda il bilancio della AS Roma pre-covid, come quello di altre squadre, è che la crescita dei ricavi non è proporzionale alle aspirazioni di un grande club di calcio, soprattutto in funzione dei costi, che sono gli ingaggi e gli ammortamenti. Questo procura una perdita di 40/50 milioni di euro l’anno. Tuttavia già dal 2018 questa perdita si è ridotta a 25 milioni di euro.

Sinteticamente, la Champions rimane la vera svolta per un club di calcio. Durante l’era Pallotta sono stati fatti aumenti di capitale per circa 200 milioni di euro, ma non sono mai stati distribuiti dividendi, quindi Pallotta, a differenza di altri presidenti, non ha mai approfittato di procurarsi arricchimento.

Rimane il problema del debito, ristrutturato con Goldman Sachs, rimodulato nel 2016, per il quale si pagano delle rate e che si concluderà nel 2021 con una maxi rata finale di circa 150 milioni, ma che potrà essere ulteriormente dilazionata se le condizioni lo consentiranno e soprattutto se si concretizzerà il progetto stadio.

Il tifoso deve capire (ma non è necessario) che normalmente un club di calcio può pianificare la stagione in funzione dei ricavi, la Roma pre-covid ha viaggiato a 230/240 milioni di fatturato a stagione, con questo tipo di fatturato si colloca sotto la Top 20 delle squadre europee. Per salire di livello deve rendere strutturali i ricavi ad almeno 350 milioni di euro l’anno e per questo è necessario lo stadio.

Tuttavia, anche fosse stato costruito e reso operativo lo stadio di Tor di Valle, la Roma non avrebbe potuto aspirare alla TOP Five delle squadre europee perché il fatturato medio delle prime cinque non scende sotto i 600 milioni di euro. Di sicuro, però, la Roma avrebbe potuto aspirare a un netto miglioramento. Dobbiamo considerare che la Juventus con lo stadio di proprietà e un bacino di utenza notevolmente superiore a quello della AS Roma sta appena sopra i 400 milioni di euro.

Quanto detto serve a far comprendere che la gestione Pallotta non è stata affatto negativa, piuttosto il contrario. Tutte le chiacchiere sul ‘debito’ sono altrettanto inutili perché non si parla di un debito nuovo ma di un debito ‘noto e strutturato’. Il vero danno alla gestione Pallotta, suo malgrado, è stato procurato dalla mancata costruzione dello stadio, e sappiamo tutti che è una questione di incompetenza politica purtroppo.

Per tutto il resto la gestione è stata virtuosa e consegna alla Friedkin Group una società cresciuta notevolmente in termini di valore, di solidità economica strutturale anche nonostante il danno di 1,4 miliardi per il covid.

Se il gruppo Friedkin avrà la fortuna della concessione dello stadio di proprietà, nel giro di 3/4 anni la AS Roma potrà garantire un accesso alla Champions costante e avrà la possibilità di raggiungere un patrimonio giocatori più brillante. La demonizzazione della gestione Pallotta per il risultato sportivo è veramente inconsistente oltre che becera. Peccato per la ‘presenza fisica’, aspiriamo a migliorare, con la nuova proprietà dal 17 agosto, questo aspetto, per tutto il resto non aspettiamoci forti scosse positive, oltre quelle che già ci sono state.

Riguardo le motivazioni che hanno spinto il gruppo Friedkin a comperare la AS Roma e non un altro club di calcio, visto che dietro le tastiere la AS Roma sembrerebbe la cenerentola della serie A, possiamo rimandare a un prossimo approfondimento.

Sicuramente cambierà la modalità gestionale, importante che sia una gestione virtuosa e presenzialista. Ci auspichiamo anche più fortunata e vincente di quella precedente.

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