Zanioro giallorosso #2

Posted By on Set 6, 2020 | 0 comments


di Gianni Massaro

 

Prima del crociato martoriato l’ultima gioia campestre per Zaniolo risale ad un gol in campo gigliato, Viola affondata 4 a 1 dagli ospiti, con tanto di esonero per Vincenzo Montella, ex di prestigio. Corsaro, attacca gli spazi, il dinamismo faccia alla porta ostile è punto forte, unito a destrezza in microsegmenti più opprimenti. Aboliamo così concetti di football moderno ed antico, anacronismo ed attualità al diavolo. Al Milan una rete decisiva per la conquista del secondo gradino del secondo virtuale podio, ossia il quinto posto. Tre punti aggiunti alla Magica, tre sottratti ai meneghini, gli squilli turgidi scaturiti dai piedi di Zaniolo sono assai preziosi. Sei reti per sei successi, amuleto in massa ed ossa, da Massa con estro e cosce marmoree, Nicolò scaccia la Roma da un sesto posto che avrebbe tolto all’onore sportivo, e aggiunto, partite e fatiche all’imminente nuovo campionato.
Una marcatura per avanzare in classifica, in un 2 a 1 Olimpico dalle firme prestigiose, il campione Edin Dzeko in maschera protettiva ed il fulmine trattore di fascia sinistra Theo Hernandez.
La sentenza utile ai tre punti nata dai piedi zaniolani, destino nelle proprie mani (piedi) per divenire grandioso protagonista sui palcoscenici più prestigiosi.
Un torneo iniziato già da star, nello scorso si era imposto a diesel.
Il meglio, anche prolificamente scrivendo nel bel mezzo, dove Milan e Fiorentina erano state le due sterminate (rese) felici, con incontri terminati pari.
Tredici match con la griffe del giovane 22 toscano dal DNA ligure, senza mai perdere, quasi sempre uscendo dal campo col massimo bottino.
Coincidenze o meno, il giovane rampollo ha le carte in regola per fare tanto male, agli avversari, assi nella manica per trionfare.
Bastonare atleticamente, pungere di fioretto e trapassare di spada, per ricchi lauti contratti, coppe in bacheca tracciando tangibilmente i prati verdi. Percussione, in melodie sinuosamente prepotenti, un io indomito, la luce da fuoriclasse.
Esordio al Bernabeu contro i galattici Blancos in Champions League, rinfreschiamo menti a smemorati e meno attenti, doppietta al primo ottavo della manifestazione giocato contro il Porto. Porterà soddisfazioni, se avrà la giusta mentalità sanamente competitiva ed ossessiva, ha permesso alla Lupa giallorossa anche di arrivare dinnanzi al Milan del divino Zlatan, seppur regalando preziosi punti quando lo svedese era ancora lontano dal ritorno alla corte rossonera.
L’allievo supera il maestro, perché quest’esuberanza è ravvisabile nell’Ibra unopuntozero, più rabbioso e scatenato, rissoso ed iroso eccessivamente; certo, ruoli, storie ed epoche diverse, ma la stoffa per durare nel tempo non manca al dorato corredo calcistico immesso nel corpo e nell’io di Zaniolo.
Tempo al tempo.

 

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