Roma: Il falso problema dei 204 milioni di passivo

Posted By on Ott 9, 2020 | 0 comments


(di Luca Lippi e Giuseppe Porro)

Si è fatto un gran parlare in questi giorni del bilancio in rosso della Roma, scatenando un vespaio di polemiche che è terra fertile per i negazionisti che vanno di moda in questo periodo. Ma proviamo a far luce sulla vicenda.

I nuovi proprietari della Roma, al consolidamento del bilancio 2019, rendono noti 204 milioni di passivo.

Ovviamente non è una sorpresa per i Friedkin, è tutto calcolato con adeguato anticipo prima della formulazione dell’offerta. Il debito precedente a quello del bilancio attuale era di 220 milioni. Il problema è psicologico, la parola “debito” è brutta, ma in economia quando qualcuno presta soldi a un’azienda è per farla crescere, non per farla fallire. Tanto più che fallendo il debitore perde anche il creditore.

Proviamo, semplicemente, a far comprendere la reale portata della notizia. È sempre importante analizzare la parte economica, quella patrimoniale e finanziaria non deve interessarci, è affare solo della proprietà.

Ogni azienda finanzia i suoi investimenti come crede, un imprenditore che finanzia con capitale proprio i suoi investimenti non è necessariamente più bravo di un altro che si finanzia sul mercato dei capitali. In verità è, forse, il “meno imprenditore” di tutti.

Quindi, mai un’azienda può essere giudicata dal suo debito. Un’impresa si valuta, per esempio, sulla capacità di generare utili, e questi ultimi sono un elemento che può essere generato anche a distanza di anni, a seconda della modalità di business.

Certo, se relazionassimo il debito ai ricavi o alla gestione finanziaria (che sono gli interessi che si devono pagare sui debiti) allora i 204 milioni di passivo potrebbero essere un problema, ma chi ha strutturato l’ossatura dei bilanci delle società è più intelligente, spesso, di chi non sa di non saperli leggere.

Se volessimo seriamente analizzare lo stato finanziario della ASRoma, dovremmo studiare la gestione finanziaria che non è certamente stata ottimale. Gli squilibri patrimoniali e finanziari ci consentono di valutare la gestione dell’azienda, non il passivo e non il debito.

Il problema è uno soltanto, quando un imprenditore privo di capitale proprio possiede solamente l’azienda. Ovviamente non è questo il caso. La società Roma ha decisamente avuto, e continua ad avere, anche per colpa dell’emergenza sanitaria, problemi di liquidità, cioè squilibri tra costi e ricavi, che devono essere riequilibrati perché, indipendentemente dal valore complessivo di un’azienda, quest’ultima per vivere e crescere deve rendere sostenibile l’equilibrio tra costi e ricavi.

Con un imprenditore capiente, la soluzione a questo problema è facilmente individuabile nell’aumento di capitale e nella eliminazione dei debiti. Ma anche questo non è virtuoso per un capitano d’azienda, seppure ricchissimo.

Il patrimonio della proprietà deve rimanere separato da quello dell’azienda. La proprietà, semmai, presta soldi alla propria azienda e se non ne ha, o non lo desidera, consentirà a un altro investitore o a una banca di intervenire. Questi ultimi nel caso di dissesto societario, diventeranno i nuovi proprietari dell’azienda. Questo è tutto; perché dovremmo preoccuparci di debiti e di passivi? Quindi dov’è il default di cui si parla sui quotidiani?

Una domanda per provare a riconnettere le sinapsi di chi ha perso il sonno per la “notizia”: come mai l’ASRoma ha potuto iscriversi al campionato 2020/2021? La FIGC chiede alle squadre di calcio un patrimonio netto positivo come condizione necessaria per iscriversi al campionato.

Se il patrimonio complessivo manifesta qualche criticità, il patrimonio netto rimane comunque positivo. Quindi, non si chiede al sostenitore di una squadra di calcio la competenza per riuscire a interpretare un bilancio societario, ma di usare la testa sì! La Friedkin group ha pagato una scatola vuota? Non ci vuole molto a comprendere quando una notizia è consistente e quando è solo una provocazione o una forzatura.

Prima che la nuova proprietà riporti in equilibrio la struttura finanziaria, non che la vecchia proprietà non lo abbia fatto, inevitabilmente si dovrà attrezzare a generare plusvalenze. Le plusvalenze sono ricavi straordinari, quindi non hanno impatto sulla gestione finanziaria. Quando entreranno nel consolidato allora potremo mediare anche le perdite della gestione finanziaria e vedrete che quei 204 milioni cominceranno a scendere come sono scesi i 220 milioni del 2018.

Alla luce dei fatti qui raccontati, il tifoso continui a fare il tifoso sostenendo la Roma comunque, non faccia l’agente finanziario o il trader, perche al momento i Messi o i Ronaldo non sono possibili in questi lidi, a meno che non cominci ad arrivare qualche trofeo importante. Quindi tutti in barca e cominciamo a remare.

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