Tris alla nera regina dei cieli

Posted By on Ott 19, 2020 | 0 comments


di Daniele Craviotto

 

Dall’ultima vittoria della compagine blucerchiata quasi 4 anni e mezzo erano passati Orsato sancisse l’impresa: la bestia nera Lazio è crollata. Serviva la battuta di caccia perfetta (o quasi come sir Claudio ha sancito) per riuscire a battere in maniera imperiosa un’aquila che, per onor di cronaca, si trovava tarpate le proprie ali per infortuni e con un becco spuntato per la squalifica della sua parte più aguzza: quel Ciro Immobile che spesso si è dimostrato predatore contro la squadra ligure. Ranieri sapeva che, contro chi tante volte aveva vinto la Samp, il sacrificio avrebbe dovuto farla da padrone. Non è stato infatti un caso che a ben figurare e a far da cacciatori, alla regina dei cieli, siano stati i 2 membri più operai e silenziosi. Thorsby si è occupato di non dare mai respiro ed entusiasmo ai centrocampisti avversari, costringendoli spesso a decisioni forzate e conseguenti errori. Augello, invece, ha saputo diventare la spina nel fianco dell’ala destra capitolina, atta a colpire nella parte più dolorosa di qualsiasi essere vivente: la testa. Infatti proprio il terzino ex Spezia (il cui cognome, destino vuole, è l’arcaico sostantivo utilizzato per dire “uccello”) alla mezz’ora riesce a trovare il varco giusto e ad abbattere la difesa laziale con un preciso cross su cui capitan Quagliarella (che ha in sè il nome di un meno nobile volatile) spicca il volo e piazza la palla all’incrocio; prima della fine del primo tempo, proprio l’autore dell’assist dell’1 a 0, colpisce con una fucilata che sembra una sentenza. Tuttavia per i doriani, nella storia contro la Lazio, le partite non sono mai finite ( è di recente memoria la rimonta subita e poi riacciuffata del dicembre 2018 o il pareggio di Lulic allo scadere al debutto del doppio ex Mihajlovic sulla panchina doriana). In realtà, però, i blucerchiati dimostrano di aver ancora un colpo in canna da sparare e così dopo la respinta di Strakosha, Daamsgaard chiude l’incontro e riassocia la propria squadra al significato danese del proprio cognome, cioè “signora del giardino” verde del Ferraris. e scacciando la paura di una nuova rimonta. Tante sono le analogie con la vittoria di 2 anni anni fa, a partire dal risultato, contro il Napoli da cui il Doria trasse la giusta inerzia per volare verso la salvezza tranquilla , con un piccolo sguardo all’Europa. La speranza blucerchiata è di averla finalmente ritrovata per evitare, come ribadito da mister Ranieri, di rimanere nuovamente sott’acqua. Il primo test è contro chi ha già dimostrato di poter stare lassù dove osano le aquile: ottimo per il Baciccia per capire se il vento sia cambiato, cominciando a tirare in poppa.

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