Roma: un caffè corretto all’utopia

Posted By on Nov 15, 2020 | 0 comments


(di Giuseppe Porro)

Quante volte sentendo un amico dopo parecchio tempo ci siamo fatti la promessa di prenderci un caffè insieme appena possibile? Questo è quello che è successo o che tutti si aspettano che succeda tra i Friedkin e Totti, anche se sembra che questo caffè (al momento sospeso) debba per forza di cose essere corretto.

Parafrasando un film di Luciano Salce con Lino Banfi protagonista (Vieni avanti cretino), dove un ex detenuto grazie al cognato che lavora al collocamento cerca un reinserimento nella società, cambiando diversi lavori tra cui il barista, e li si trova in balia di un datore di lavoro integerrimo e due clienti particolari che ordinando un caffè creano un turbinio di equivoci (caffè con humour, caffè con utopia, etc.).

Ora che le cose vanno abbastanza bene in tutta la Roma in toto, società e sfera tecnica, richiedere (anche se ha rappresentato tanto per la Roma) per forza di cose, e a gran voce un entrata di Francesco Totti nell’organigramma societario, è un’utopia per mille motivi.

Innanzitutto Francesco Totti ha intrapreso un altra carriera ovvero il talent-scout con una agenzia tutta sua e non il dirigente sportivo che tutti forse si aspettavano. Poi la nuova proprietà sembra ben avviata con idee chiare e diverse. Si vocifera dell’arrivo in società dell’altro figlio di Friedkin e si fanno diversi nomi per il ruolo di DS e per la sfera dirigenziale, ma non quello dell’ex capitano giallorosso.

In questa attesa per il caffè, il ruolo del barista è rappresentato dai tifosi. Loro hanno corretto il caffè con utopia, la stessa utopia che accompagna questo matrimonio “forzato”. Un Totti non pronto ad un ruolo ben definito, farebbe male a se stesso ed alla Roma (vedi il ruolo indefinito nella Roma di Pallotta), mentre un ruolo alla Zanetti sarebbe a mio avviso inutile e improduttivo per entrambe le parti.

Quando sarà il momento, Francesco (che comunque porta il figlio a Trigoria e può entrare quando vuole) incontrerà i Friedkin per consumare un caffè (possibilmente un espresso, e non un caffè americano) e sarà un caffè senza utopia, senza forzature, e non per forza di cose un caffè corretto. Ma solo un caffè buono da gustarne l’aROMA parlarndo dell’AMORe per la Roma.

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