Polonia esportata, CPolonia italica, peninsulare colonia: PColonia.

Posted By on Nov 19, 2020 | 0 comments


di Gianni Massaro

 

Sono trame frizzanti, veloci e mobili, una difesa solida, un gioco fluido al cospetto delle varie assenze e di una buona formazione affrontata, avvalorata dal panzer Lewandowski, celebre cecchino calcistico.
Italia Polonia, è Gallo Belotti che si sbatte, Jorginho rigorista lucido e preciso, Berardi padrone di casa doppiamente, batte il guantone juventino dalla consonante dominante, con un mancino letale. Fascia difensiva straniera, Emerson Palmieri e Florenzi tra Londra e Parigi, contribuiscono ottimamente alla causa azzurra.
Un gradevole Blues, l’ex azzurro partenopeo Jorginho ed Emerson, dal sangue di stampo brasiliano, compagni di squadra agli ordini di Lampard ed in passato di Sarri, giunti in anglicano suolo nel 2018, a distanza di una “finestra”, di mercato.
Sassuolo con la triade decisiva frequentemente, Berardi-Locatelli-Caputo, caput rosae, rosa della Nazionale.
Preminenza che offre prestigio al lavoro dei neroverdezerbiani.
Selezione che tanto ha cambiato, inglobando vari giocatori inediti, più o meno giovani, più o meno affermati.
Il lavoro del ct Mancini in un catastrofico 2020 è stato di gran fattura.
Bene nel gioco, nella coesione, nel dinamismo. È Polonia incontrata, esportata, dunque nell’occasione nuovamente importata, CPolonia italica, peninsulare colonia: PColonia. Suoni aspri, i nomi copernicani.
Polita, Polonia Italia col grande fuoriclasse, forse solo uno presente appartenente a tale categoria. Pulita e polita, di raffinata e simultaneamente concreta eleganza, ‘Lewa’ è però assorbito dal sistema italiano di difesa.
Di difesa, ma non troppo: è un gioco azzurro teso all’attacco, a velocità di ripartenza e transizione, dimostrazione, una delle innumerevoli, che permane comunque un gioco collettivo, valica il mero uno.
È probabilmente Lewandowski il sole nel copernicano novero degli attaccanti, il solo nell’ultima stagione e negli ultimi anni a coniugare spessissimo cinismo e spettacolo, bellezza e gol, vittorie ed assist.
Reca, reca danno agli avversari.
Reca, Arkadiusz, dal Crotone, in prestito dall’Atalanta. Kamil Glik, al Benevento inzaghiano, Bartosz Berezynski alla Samp, Linetty ex Samp ora al Toro di Giampaolo, ove ha dimorato a lungo Glik.
E poi, lui.
L’innominabile, anti-manzoniano cognome, l’inscrivibile ‘Voicech’.
Politopica, ma non troppa, lingua pol-ita, Polonia Italia.
Bravo, pratico, politropo l’estremo difensore polacco, ma certamente la selezione azzurra vanta anch’esso un portiere nel presente e probabilmente per un protratto futuro validissimo, da Castellammare.
Lo vuoi ‘Voicech’, volere o non volere, questo non è il dilemma, tantomeno lemma.
Tra vuoi Cech, Petr ceco all’anagrafe, non nei fatti prodezze passate, e Wojciech Szczesny, l’Italia può godersi il giovane ‘Donna’.
Un filo conduttore comune tra i due portieri, all’Arsenal parando cannonate di corazzate altrui, nonché parentesi allargabile a Gianluigi, contro l’Arsenal infatti la sua prima sfida prestigiosa in Europa col Milan, con brutti ricordi ed errori non da lui.
Colonia esportata, al Colonia germanico (inteso club) vari gol per Lewa.
Il problema è lì, verte un po’ preoccupante, specie nella prolificità.
Per la selezione tricolore la punta di diamante, finalizzatore e sentenza ultima.
Senza sminuire il Gallo e Ciro Immobile, senza disdegnare una proibitiva e al contempo ancora fattibile ipotesi; Fabio della Samp classe 1983, il quale vanta medie gol europee, tra club e nazionale, molto congrue.
Da Castellammare di Stabia, ove combacierebbe capo e coda, con Donnarumma, compatrioti, concittadini.
Quasi come padre e figlio.
Intanto battuta la polacca selezione, per una metà titolare approssimabile (l’undici non ha metà in carne ed ossa), ben cinque elementi che giocano in Serie A.
Ed il sogno, di alcuni, più o meno segreto, un improvviso cambio di provenienza, di Roberto Leuandoschi, ma suona male.
Non suona affatto bene.
Ci si dovrà accontentare del ‘materiale’ a disposizione, che certo malvagio non è.

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