Napoli K.O.

Posted By on Nov 25, 2020 | 0 comments


di Dario Vito

 

Otto gare sono troppo poche per tirare conclusioni e compromettere una intera stagione, ma tre sconfitte consecutive al San Paolo sono sicuramente significative per capire che qualcosa non quadra nella squadra partenopea. Il big match con il Milan era l’esame ideale per capire se la squadra potesse essere competitiva per il primato della vetta. Il Napoli non solo non l’ha passato, ma col Diavolo è caduto proprio al tappeto, uscendone ridimensionato.

Sicuramente la scelta di puntare ancora sul 4-2-3-1, nonostante l’assenza di Osimhen si è rivelata fatale, ma sarebbe troppo facile scaricare il barile sul povero Gattuso, che ha ancora una volta ha dimostrato il suo spessore umano, assumendosi la totale responsabilità della sconfitta.

Nel posticipo domenicale non si salva nessuno degli azzurri, a partire dall’estremo difensore Meret, incapace di staccarsi dalla linea di porta e poco sicuro, ancora una volta, quando si ritrova la palla tra i piedi. Non c’è da stupirsi se Ospina è considerato il titolare a tutti gli effetti.

Ci si aspettava molto di più anche dalla coppia Koulibaly-Manolas, ma che invece si è dovuta inchinare allo strapotere fisico dello svedese. La traversa colpita da Di Lorenzo a pochi passi dalla porta è l’emblema della sua prestazione, male in fase di non possesso ed ancor di più in fase offensiva, basti pensare alla palla sanguinosa persa nella trequarti rossonera, dalla quale ne è scaturito il successivo contropiede dove a farne le spese è stato il solitario Bakayoko, rimediando il doppio giallo.

La prestazione con la Roja di Fabián nella Nations League aveva fatto ben sperare i tifosi azzurri per un rientro importante in mediana, ma ancora una volta si è rivelato insufficiente nel giocare a due in mezzo al campo.

Bocciato anche l’attacco, Gattuso si è giocato l’”All-in” schierando dal primo minuto tutto il terminale offensivo, escludendo Petagna entrato nei minuti finali della ripresa, che ha fallito anche due occasioni nitide che potevano regalare il pareggio ai partenopei. La mossa di schierare il Chucky Lozano alle spalle di Mertens è stata neutralizzata, senza grosse difficoltà, dalla coppia Romagnoli-Kjær. Anche il capitano Insigne, smarrito dopo le ottime comparse con la Nazionale.

Gattuso non vuole alibi. Ma sul banco degli imputati non può non comparire anche l’arbitro Valeri. Ibra ha dominato in lungo e largo, trascinandosi tutta la difesa partenopea con le buone e con le cattive. La sua gomitata sulla mandibola di Koulibaly può sfuggire forse a velocità normale, no con l’ausilio tecnologico. Ma siamo ancora una volta a domandarci come mai la sala Var non abbia richiamato l’arbitro. Pochi minuti dopo, lo svedese siglerà la doppietta. Ennesima dimostrazione, qualora ce ne fosse bisogno, che una scelta sbagliata può condizionare ampiamente l’economia di una gara.

Tralasciando le decisioni arbitrali però, sono da trovare le risposte per le quali il tanto agognato salto finale di qualità tarda ad arrivare. Ma qualora questo salto dovesse continuare a non avvenire, forse anziché cercare risposte sarà il caso di porsi un’altra domanda: questa squadra è in grado di fare un ulteriore step o siamo arrivati al capolinea di un ciclo per tanti elementi di spicco ? A quel punto, sul banco degli imputati ci finirebbe anche la proprietà, ammesso e concesso che non ci sia già…

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