MARADONA: TALENTO, GENIO, SREGOLATEZZA E NULLA PIU’

Posted By on Nov 26, 2020 | 0 comments


di Luca Lippi

Poteva e doveva essere molto di più. Diego Armando Maradona avrebbe potuto salvare il sistema calcio mondiale, ma non era tenuto a farlo. Eppure l’impegno nel sociale, le sue idee e la sua professione di fede al popolare ha fatto sperare molti.

Le gesta eroiche sul rettangolo verde di un atleta sublime dovevano avere un seguito impegnato. Aveva tutte le caratteristiche. Intelligente, curioso, protettivo, anarchico il giusto per farlo entrare nell’aura dei geni e invece si è ucciso.

Questo è l’epilogo di un uomo che doveva e poteva essere il futuro bello del calcio mondiale. Maradona era il calcio e poteva esserlo anche dopo quello giocato.

Lo sport più popolare, vero vessillo di generazioni che nell’arte del pallone hanno trovato conforto, passione e sollievo dalle amarezze della vita, si sono visti togliere il giochino da presidenti spesso disinteressati ma solo avvezzi ad usare i colori delle squadre per agevolare il transito di capitali dalle società capofila, o semplicemente per aumentare la propria visibilità. Poi sono arrivate le banche, le scommesse, le crisi finanziarie…tutti eventi che hanno relegato il gioco più bello del mondo alla macellazione e alla espropriazione. La finanza ha espropriato la passione, l’afflato. Ha industrializzato lo sport del popolo. Evoluzione? Si, è giusto e anche necessario, ma non era necessario togliere i sogni a chi lo ha alimentato per decenni prima che intervenissero le banche.

A questo calcio serviva Diego Armando Maradona, un Maradona maturo, non vittima dei vizi, popolare e socialista. Rappresentante di un popolo di tifosi per difendere un ruolo che non può essere mai relegato a mero ‘cliente’.

Sapete dove la mano del capitalismo si è preso definitivamente il calcio rendendo martire sportivo Maradona? I mondiali di calcio Usa. Maradona era già vittima, giunco piegato alla debolezza del vizio, ma agli organizzatori del torneo non interessava niente. Maradona doveva giocare perché era la star del pallone, in un continente dove il calcio era solo un gioco con i piedi.

Lanciato il mondiale Usa, Maradona aveva compiuto inconsapevolmente il suo compito, e allora fu ucciso dall’antidoping. Maradona morì durante quel mondiale per mano del capitalismo più becero!

Possiamo discutere di tutto, argomentare sulla moralità dell’uomo, ma nessuno può mai oscurare la genialità, la genuinità e la perfezione delle sue giocate. El Pibe de Oro doveva onorare ed elevare il gioco del pallone, e lo ha fatto egregiamente, forse chi lo ha applaudito non ha fatto niente per elevare le altre sue doti. Il fuoco illumina la notte creando la magia, ma nessuno si è preoccupato di spegnerlo quando si è fatto giorno nel cuore del Diez de Dios.

Purtroppo la morte spesso non mette tutto a posto. È solo morto il più grande calciatore di tutti i tempi, ma non è così. Qualcuno si prenda la responsabilità di raccontare tutto senza rotolarsi nel fango dei luoghi comuni.

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