E in questa notte stellata, Romagna in fiore

Posted By on Nov 27, 2020 | 0 comments


di Daniele Izzo

 

Presenta lo spettacolo ‘Dall’Emilia-Romagna alla Champions League’ la Lazio, canta ‘Romagna mia, Romagna in fiore’ Raoul Casadei. Lo accompagnano Manuel Lazzari, Marco Parolo e Francesco Acerbi.

Portiamo indietro le lancette della storia pallonara alla stagione 2013/14, precisamente al giorno dell’Immacolata. L’8 dicembre 2013, mentre Marco Parolo infilzava Handanovic a San Siro con la maglia del Parma e Francesco Acerbi giocava i suoi ultimi novanta minuti stagionali contro il Chievo prima della malattia, Manuel Lazzari faceva visita alla Virtus Verona con la sua Spal in Lega Pro 2. Fu l’ultima giornata che vide i tre contemporaneamente in campo a difendere i colori dell’Emilia-Romagna. Poi le strade si divisero. Il centrocampista di Gallarate fu il primo ad abbandonare, dopo anni di militanza tra Cesena e Parma, per giungere alla corte di Stefano Pioli e prendersi a suon di gol ed inserimenti in maglia biancoceleste l’azzurro più scuro della Nazionale. Acerbi, in silenzio ma con la forza di un leone, lo ha seguito qualche stagione dopo lasciando tutto, affetti e complimenti, a Reggio Emilia per tuffarsi nell’ignoto, per provare a sostituire il vuoto rabbioso lasciato dall’addio di De Vrij in ogni tifoso laziale. Missione ampiamente compiuta. L’ultimo a rompere i confini romagnoli è stato Manuel Lazzari. L’arrivo dell’esterno ha regalato alla squadra capitolina una fonte di gioco che negli ultimi anni era mancata, grazie alla quale Simone Inzaghi si è assicurato una soluzione che sa creare superiorità numerica, risalire velocemente il campo e duettare alla perfezione con Milinkovic-Savic per infrangere le linee difensive avversarie. È evidente come il passaggio tra le fila biancocelesti ha rappresentato un deciso salto in avanti nella carriera dei tre, giocatori per cui il termine ‘gavetta’ risulta tutt’altro che gratuito. Tuttavia anche la Lazio ha beneficiato, e non poco, delle loro prestazioni raggiungendo dopo tredici lunghi anni la qualificazione in Champions League (competizione solamente assaggiata da Acerbi con la maglia del Milan e sfiorata da Parolo a seguito del preliminare perso dalla Lazio contro il Bayer Leverkusen).

Sono passati quasi 7 anni da quel 8 dicembre 2013 e martedì sera contro lo Zenit i tre si sono trovati nuovamente tutti in campo allo stesso momento. Stavolta però la maglia era la solita e andava difesa nella più importante competizione per club: la Champions League. Parolo oggi come allora, ancora affamato di sudore e sostanza, si è iscritto al tabellino dei marcatori con un destro tagliente spentosi alle spalle di un incolpevole Kerzakhov. Gli altri due si sono ‘limitati’ a incendiare la fascia a suon di discese e sovrapposizioni. Il risultato è un 3-1 che avvicina l’Aquila a volare ancora più in alto, agli ottavi di finale.

Merito tra gli altri anche di Parolo, Lazzari e Acerbi. Dai campi di provincia ai teatri più lucenti del calcio europeo con un minimo comune denominatore: l’Emilia-Romagna.

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