Finanza e Sport: Supercoppa Italiana tra le briciole

Posted By on Gen 20, 2021 | 0 comments


(di Luca Lippi e Giuseppe Porro)

Stasera tra la quasi indifferenza di tutti, andrà in scena la partita mai giocata. Juventus e Napoli si affrontano nella finale della Supercoppa Italiana dopo le chiacchiere e i ricorsi sulla gara indisputabile di campionato. Ma facciamo i conti alla competizione che è quasi anonima.

Juventus Napoli, in tempi di non ristrettezze per crisi sanitaria, sarebbe stata un evento sportivo ed economicamente appetibile per i due club impegnati nella contesa. Invece sarà uno “spettacolo” da pochi milioni di euro, comunque bene accetti di questi tempi, ma nulla di più.

C’era la possibilità di incassare di più andando a giocare in Arabia Saudita, un accordo fatto dalla Lega che prevedeva per l’evento 7,5 milioni di euro e 5 milioni da dividere tra le due squadre in campo. Il doppio di quanto attualmente incassano. Il progetto è stato abbandonato a causa degli impegni dei club che hanno già un calendario serratissimo per potersi permettere trasferte così impegnative alla ricerca di pubblico in giro per il mondo.

Detto questo, diventa importante l’evoluzione del campionato in termini di classifica. Tutto è molto legato all’incedere della crisi pandemica che, oltre causare i mancati incassi da botteghino e dagli sponsor, impediscono ai club escursioni di visibilità internazionale necessari e sufficienti per raccogliere adesioni fuori dalle piazze tradizionali.

Juve, Inter, Milan, Napoli, Roma…non possono che mirare alla qualificazione in Champions League per accaparrarsi almeno il premio da 50 milioni di euro. Perdere questa “borsa” costringerebbe i club a cedere i loro campioni, soprattutto per liberarsi dei loro ingaggi. In realtà, qualunque sia la sorte finale della classifica, in ogni caso le proprietà dovranno ripensare alle loro politiche di ingaggio dei giocatori in rosa. Questo è un problema anche per i giocatori che faticheranno a trovare club disposti a sacrificarsi per consolidare i loro ingaggi pre crisi.

Il club più affamato è certamente la Juventus, non tanto per il blasone, quanto perché deve fare i conti con l’ingaggio di Ronaldo, i suoi 30 milioni annui pesano enormemente sulle casse della zebra e questi non sono tempi per sostenere costi di cui non si ha certezza di garantire le adeguate coperture.

Diverso, ma stesso problema, è per l’Inter. Il suo presidente è stretto nella morsa economica del suo Paese di origine che è più concentrato alle dinamiche economiche interne che in campo internazionale. Sinteticamente, Suning non può contare su capitali cinesi in uscita dal Pese e quindi dovrà trovare un partner finanziario tra gli azionisti o da aggiungere al parco azionario, tuttavia, trovare un fondo che possa accontentarsi di una quota non di controllo di una società è veramente molto complicato.

I problemi sono i medesimi per tutte le squadre disposte “oggi” a sacrificarsi per raggiungere il podio europeo più importante, ma poi bisognerà vedere cosa vorranno e potranno fare per affrontare la stagione 21/22.

I valori delle squadre pre pandemia sono notevolmente svalutati, e questo pesa sui bilanci molto di più dei mancati incassi da botteghino

Ancora una volta la differenza la faranno i tifosi. Tradotto, la piazza è un valore aggiunto oggi più di prima, e allora occhio a Juventus, Inter, Milan e Napoli, per tutti gli altri le prospettive sono nelle mani delle proprietà che non sono esonerate dal peso della crisi politica e finanziaria. L’incertezza è assai più virulenta del Covid per la finanza.

Quindi stasera nel quasi anonimato (anche perché in tempi di Covid gli stadi sono vuoti) si disputa la finale che vale più per il blasone e lo sfottò che altro, anche se adesso, in tempi di crisi, si lotta anche per le briciole.

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