Nel nome del padre

Posted By on Apr 29, 2021 | 0 comments


di Massimo Costa

 

Era il febbraio ’95, quando le TV divulgarono la notizia che ancora un Moratti, il figlio, acquistava l’Inter.

Alla clamorosa notizia, molti appassionati della Beneamata, soprattutto quelli di vecchia data, si riempirono il cuore di gioia e di entusiasmo, memori dei trionfi euro mondiali del padre Angelo.

Il credito di fiducia e di speranza verso il neopresidente Massimo Moratti, di poter ripetere un ciclo vincente, si esaurì però in pochi anni, troppe amarezze cocenti.

Seguirono campionati altalenanti, mitigati solo da una coppa Uefa, nonostante colpi sensazionali di mercato, uno su tutti il Fenomeno Ronaldo, senza dimenticare Baggio, Vieri ecc.…ma per amor di verità, anche cessioni clamorose e inspiegabili, R. Carlos, Pirlo e Seedorf, e frequenti cambi di allenatori, addirittura quattro in una solo stagione.

I lunghi anni di insuccessi e i comportamenti poco professionali in campo e non solo, di alcuni “suoi” figli prediletti, portarono il Presidente, uomo molto sensibile, alla scelta dolorosa di lasciare la guida per un breve periodo a Facchetti, per ritrovare le energie necessarie a proseguire.

Contemporaneamente all’emergere dello scandalo di calciopoli, di cui Moratti fu vittima, ad acquisti mirati sul campo e progetti tecnici di lunga programmazione con Mancini e Mou, iniziò un quinquennio d’oro di vittorie a ripetizioni.

Col trionfo di Madrid della coppa più prestigiosa, Massimo sentiva in cuor suo di avere onorato degnamente il padre, di avere chiuso finalmente il cerchio 45 anni dopo, e capì che era giunto il momento di cedere la sua Amata da lì a poco.

Massimo! rispetto e gratitudine al Presidente galantuomo, per la smisurata passione e per l’enorme esborso economico in 18 lunghi anni, ma a mio umile parere, con una gestione più manageriale e meno paternalistica, avrebbe vinto ancor di più.

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