Cristiano salva Juve

Posted By on Mag 3, 2021 | 0 comments


Nicola Ciacciarelli
Con un finale da batticuore la Juve ribalta l’Udinese e tiene agganciato il treno Champions. Serve una doppietta di CR7 per raddrizzare una pessima gara, colma di ingenuità ed errori banali.
Pirlo opta per un 4-4-2, cambiando gli uomini rispetto a Firenze. Non cambia la prestazione di Madama, anzi. L’inizio è horror. Metà squadra si distrae, non guardando De Paul lesto nel battere una punizione e servire Molina per il vantaggio friulano. Il gol subito dopo appena 10 minuti pesa come un macigno sull’andamento della gara. L’Udinese, infatti è in superiorità numerica a metà campo e ha vita facile nel ribattere i timidi tentativi degli ospiti. La Juve prova a sfondare sulle fasce, ma la grande fisicità della difesa di Gotti ha la meglio, anche perchè Morata (causa condizioni fisiche non perfette) inizia dalla panchina. Alla Juve manca un punto di riferimento e annaspa creando una sola occasione su calcio d’angolo (testa di McKennie fuori di poco).
Dopo un finale di tempo in lieve crescita ci si aspetterebbe una ripresa arrembante. Nossignore, è l’Udinese a menare le danze, mentre la Juve osserva imbambolata non trovando le misure al palleggio prolungato dei padroni di casa. E nemmeno la carta dei cambi sembra cambiare più di tanto le cose. Entrano Kulusevski e Morata per Bernardeschi e Dybala, ma serve un episodio per trovare il pareggio. Stavolta la punizione di Cristiano è ben calibrata, De Paul allarga il braccio ed è rigore che il portoghese trasforma alla perfezione. Entrano Rabiot ed il giovane Correia. Proprio il francese fa la giocata più importante da quando è a Torino. Break a centrocampo e cross sul secondo palo dove CR7, di testa, fa il bis approfittando di uno Scuffet non irreprensibile. Esplode la panchina. Tutti in campo per una vittoria vitale.
I tre punti finali non impediscono però doverose riflessioni su una squadra che sta approcciando sempre peggio l’incontro. Per larghi tratti la sfida della Dacia Arena è sembrata una partita di fine stagione. Tanti gli errori e le svagatezze. A dover inquietare Pirlo è il linguaggio del corpo di gran parte dei suoi uomini. La squadra non crede in quel che fa e da dopo l’eliminazione in Champions affronta le restanti gare di campionato con tanta sufficienza, salvo poi riempire il petto d’orgoglio nel finale quando all’orizzonte si prospetta una sconfitta che potrebbe pregiudicare la qualificazione alla Champions. Pirlo, sul cui futuro si addensano nubi nere con il passare del tempo, non ha dato un’identità di gioco e forse nemmeno un’anima a questa squadra che deve ringraziare le giocate estemporanee dei suoi singoli se ancora è in lotta tra le prime quattro. Uno su tutti. Quello con la maglia numero 7.

Submit a Comment