Raphaël Varane, storia di un garçon da adepto di Dante a gracidante

Posted By on Set 22, 2021 | 0 comments


di Gianni Massaro

 

Da Lille giocatore completo.
25 aprile 1993, Raphaël Xavier Varane cresce nel Lens. E presto spicca il volo: 2011.
Il fiore germoglia e sovrasta spesso gli attaccanti avversari, acquistato dal Real vince con Mourinho la Liga al termine della stagione.
Poliedrico, tosto e veloce, qualche gol di tanto in tanto arriva, il francese presto baluardo dietro d’uno squadrone, solo il primo dei 10 anni in Blancos calca il manto erboso meno di 15 volte durante la stagione.
Inanella successi e trionfi, 3 campionati e Supercoppe di Spagna, 1 Copa del Rey, ben 4 Champions e Coppe del mondo per club, 3 Supercoppe UEFA. Corona l’anno di grazia nel 2018 col Mondiale sollevato dalla nazionale gallica, sempre presente e gol pesante nell’ostica sfida ai quarti, a sbloccare contro l’Uruguay.
E poi? Il lauro poetico s’è dileguato, il guado verso il pantheon dei sommi difensori ristretto.
Da adepto di Dante a gracidante, da principesco difensore radioso e fortissimo a venature da ranocchietto.
Quasi come se fosse coinvolto in una mission impossible segreta contro il tempo.
Praticamente sazio già venticinquenne, gli effetti collaterali del ciclo portentoso Galacticos.
Col mantello d’un piccolo grande ranocchio, e allora perché non cambiare aria?
Nel 2020 la ciliegina sulla torta, l’Europeo poi slittato di un anno.
Lo United chiama e l’Europeo scappa. Maledizione.
La vicina meno illustre Svizzera si prende una gran bella soddisfazione buttando fuori i campioni del mondo. Potrà rivincerlo a 31 anni, nel caso avesse ancora voglia e il tempo affidatogli da Tom Cruise per la celata missione impossibile non sarebbe scaduto.
Intanto il difensore francese necessita del sacro fuoco dell’infante trepidante riacceso; la bacheca colma reclama un proseguimento all’altezza, da capire se l’ex Real abbia staccato la spina utile ai massimi livelli già durante la militanza ispanica.
Chi troppo vincere suole culla stringe, ricominciando entusiasta dall’inizio al fine di ripartire al meglio, fuori dall’angusto e ristretto passaggio di un’elitaria oscurità.
Nel club dei 20 quasi, 19 trofei di consistente prestigio finora. E di vario genere, in attesa di un Europeo goduria, o piccola penuria, un trofeo che potrebbe essere come Godot ( mai in arrivo).
In attesa continuare ad arricchire il palmares tornando alle prestazioni considerevoli con un’altra maglia pesante e blasonata.
Una solenne ascesa con picchi arrivati presto, tornare Maciste: può.
I prossimi anni offriranno la dimensione totale di un formidabile centrale passato in terzo piano nel Real ma che ha smesso con largo anticipo di brillare.
L’Old Trafford lo ridesterà o lo assopirà?

Submit a Comment