Le sei Sampdoria in cerca di autore

Posted By on Nov 25, 2021 | 0 comments


di Daniele Craviotto

 

«Annuntio vobis gaudium magnum, habemus victoriam». Questo probabilmente è risuonato nello spogliatoio degli ospiti allo stadio Arechi di Salerno. Una Sampdoria che ritrova la vittoria dopo un mese.  E erano passati due dall’ultima affermazione corsara in quel di Empoli. I blucerchiati tornano a muovere la classifica. D’Aversa torna a fissare qualche asse più solida sulla nave doriana. Respira un pochino anche la società con Ferrero e Faggiano contestati (più sui social che dal vivo per la verità) e consapevoli che una mancata vittoria avrebbe aperto una frattura insanabile con tutto l’ambiente. Problemi risolti dunque? Macché. La Samp ha dovuto sudare le proverbiali «sette camicie» contro un avversario tutt’altro che irresistibile. Le due rose non sono paragonabili, ma a fare la differenza era la testa con cui era stata preparata la partita. Questa è una piccola scusante per un Doria che per lunghi tratti ha subito  il gioco dei campani. Sono passate tredici giornate e 12 sono i punti fatti. Un bilancio ancora negativo, ma quanto meno riavvicina i liguri alla soglia del punto a partita. Tuttavia a sorprendere è il fatto che, analizzando fino a questo punto, ci sono state sei facce della stessa medaglia: quella doriana. Una squadra ancora in cerca d’autore e del ruolo da interpretare. Qui bisogna tirare in ballo il celebre scrittore siciliano Luigi Pirandello per scoprire quale sia la vera faccia. Sulla scena hanno, per ora, fatto l’ingresso sei maschere della compagine genovese. La prima è quella estetica mostrata contro Milan ed Empoli per il bel gioco visto. La seconda è stata quella solida e aggressiva messa in campo contro Sassuolo e Spezia. La terza appartiene alla non arrendevolezza contro Inter e Juventus, dove il Baciccia non si è mai dato per vinto fino al fischio finale. È poi apparsa quella impotente di fronte alle avversarie contro Napoli ed Atalanta, dove la mancanza di qualità l’ha fatta da padrone. C’è ancora stata quella della svagata e svogliata di Torino e Cagliari, dove i blucerchiati hanno disputato le peggiori sfide per intensità e voglia di vincere. Infine la sesta data dalla fragilità mentale contro Udinese e Bologna, dove la Samp aveva recuperato la situazione, ma è stata incapace di mantenerla. All’Arechi di Salerno c’è stato un mix di solidità e non arrendevolezza dinanzi alle avversità, mischiando due volti già messi in luce nelle prime 12 partite. Quello che continua a preoccupare i sostenitori blucerchiati sta nel fatto che, ogni volta che la squadra scende in campo, non si sa mai quale maschera si mostrerà al grande pubblico. Un grave problema di identità che non fa bene anche all’ambiente già provato per fattori extra gioco. Un Doria ancora alla ricerca della propria faccia nascosta (o forse già manifestata, ma ancora non scelta) per capire cosa possa riservare la stagione. A questo punto mi viene in mente cosa mi diceva sempre mio nonno:”Daniele ricordati che la cosa più importante in questa vita è la coerenza. Sii sempre coerente con te stesso e gli altri”.  Non significa essere sempre perfetti o al top, ma sapere  che davanti a noi esiste un percorso e sta a noi scoprirlo. Ecco in questa stagione la Sampdoria in questo difetta parecchio (anche nelle decisioni, vedi il caso Ramirez) e potrebbe essere l’arma più letale. Trovare la reale faccia (bella o brutta che sia) quella della sua salvezza. Il rischio di diventare «Uno, nessuno e centomila» è presente e questa sarebbe la più grande amarezza a fine campionato. Pirandello ti direbbe di incontrare il tuo vero volto. Da qui in avanti, Samp, dovrai scegliere il tuo autore e lì mantenerti coerente. La tua missione salvezza passa proprio da qui.

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