STORIE DI RIVALITA’ BOCA JUNIORS-RIVER PLATE

Posted By on Dic 20, 2021 | 0 comments


di Samuele Fontanelli

 

“Superclasico”. Non può che essere questo l’appellativo con il quale ci riferiamo a questa partita, perché Boca-River è la madre di tutti i derby; è una rivalità diversa dalle altre, una rivalità che trascende la realtà sfociando quasi nel misticismo.
Eppure Boca Juniors e River Plate hanno qualcosa in comune, sono infatti entrambe nate nel barrio “la Boca” di Buenos Aires, un quartiere portuale di bassa estrazione sociale, caratterizzato dalla massiccia presenza di immigrati liguri, nel sud della capitale argentina. Nel 1901 nasce il River dalla fusione di due squadre di ragazzi il Rosales e il Santa Rosa. Secondo la leggenda il nome River Plate venne scelto da uno dei fondatori, tale Martinez, che vide, accanto a dei marinai inglesi che giocavano a calcio nel porto, delle casse con su scritto appunto “River plate”, traduzione inglese di Rio de la Plata. Inizialmente la tenuta del River era completamente bianca, poi per distinguersi dalle tante squadre che vestivano di bianco ha adottato la famosa banda rossa in diagonale. 4 anni dopo il River Plate, il 3 aprile del 1905 un gruppo di giovani immigrati genovesi fonda il Boca Juniors. I colori sociali del club vennero affidati alla sorte, sarebbero infatti stati i colori della prima nave ad entrare in porto. Al molo giunse la Drottning Sophia(Regina Sofia), una nave battente bandiera svedese, e i colori del Boca divennero il blu ed il giallo.
Nel 1923 il River si trasferisce nel quartiere di Nunez, che si trova dall’altra parte di Buenos Aires sia a livello geografico, all’estremo nord, sia a livello sociale perché è il quartiere ricco e benestante della città. Da questo momento in poi River-Boca assumerà anche i connotati dello scontro tra classi sociali;  il Boca Juniors rappresentante della classe popolare ed il River Plate  invece simbolo delle classi abbienti. Infatti il soprannome ufficiale dei biancorossi è “Los Millionarios”(i milionari). Anche se in realtà questo soprannome non fa riferimento solo al ceto sociale, ma anche al calciomercato perché il River i calciatori li acquista a cifre mostruose, come Bernabè Ferreyra acquistato nel 1932 per 9.000 dollari(uno sproposito per l’epoca), e li vende a peso d’oro, come Omar Sivori alla Juventus o Alfredo Di Stefano al Real Madrid. Il soprannome ufficiale dei giallo-blu invece è “Xeneizes”(Genovesi), con un chiaro riferimento all’origine dei padri fondatori del club.
Accanto ai soprannomi ufficiali ci sono poi quelli che vengono affibbiati dai rivali, “gallinas” per il River e “bosteros” per il Boca. Il primo risale alla finale di Copa Libertadores del 1966 persa dai Millionarios contro il Penarol. Nella sfida d’andata il bianco-rossi persero 4-2 dopo essere andati in vantaggio per due a zero, e al ritorno come gesto di scherno venne lanciata in campo una gallina. I tifosi del Boca invece vengono chiamati “bosteros”, letteralmente “amanti della cacca di cavallo”, perché lo stadio del Boca, l’Estadio Alberto Josè Armando, meglio noto come “La Bombonera”, è situato vicino ad una fabbrica di mattoni che, visto l’utilizzo dello sterco di cavallo nel processo di produzione, è nota per emanare un cattivo odore. Innumerevoli sono gli episodi di goliardici legati a questi due soprannomi, sia sugli spalti che in campo. Nel 2004 Carlitos Tevez, storica bandiera boquense, venne espulso durante un Superclasico perché dopo un goal esultò mimando una gallina starnazzante. In un Superclasico del 2012 invece i tifosi del River dalle tribune del maestoso Monumental, hanno lanciato in aria un gigantesco maiale gonfiabile con addosso la maglia giallo-blu dei rivali.
Purtroppo la cronaca degli episodi riguardanti il Superclasico non è fatta solo di episodi divertenti e goliardici ma anche di fatti tragici. Come ciò che avvenne il 23 giugno 1968, quando allo stadio Monumental, in una situazione ancora non perfettamente chiara, 71 persone morirono schiacciate dalla folla e 113 rimasero ferite. Poco prima della fine della partita infatti alcuni tifosi Xeneizes decisero di lasciare le tribune, ma nel tunnel della “puerta 12” in centinaia rimasero intrappolati tra chi cercava di uscire e chi cercava invece di risalire sugli spalti, forse perché caricati dalla polizia che si trovava all’esterno.
L’ultimo episodio famoso, per ora, di questa serie infinita che è il Superclasico è avvenuto nel 2018. Boca-River non è “solo” un altro derby, è la finale di Copa Libertadores. La partita di andata alla Bombonera finì 2-2. Il ritorno al Monumental invece non si giocherà mai. I tifosi millionarios infatti accolsero il pullman dei giocatori Xeneizes con un fitto lancio di sassi e gas lacrimogeni. Seguirono momenti di concitazione con scontri dentro e fuori dallo stadio. Intanto il tempo passava e la partita veniva rimandata di ora in ora fino a che la COMNEBOL, l’organo di governo del calcio sudamericano, prese la decisione di rinviare la finale. Il match venne rigiocato in campo neutro al Santiago Bernabeu di Madrid e ad alzare il più prestigioso trofeo del calcio sudamericano fu il River Plate.
Boca-River è l’essenza della passione per il fùtbol. Non può essere un caso infatti che tutti i grandi campioni che hanno giocato il Superclasico da Di Stefano a Maradona, da Riquelme a Sivori l’abbiano definito l’emozione più bella che si possa provare in un campo da calcio.

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