Roma: Artorius, Ragnarsson, il Vallo di Adriano e la maledizione vichinga da sfatare

Posted By on Apr 13, 2022 | 0 comments


(di Giuseppe Porro)

Corsi e ricorsi storici, e tra storia e mitologia ci prepariamo a vivere un giovedì caldo e intenso, e non parlo dal punto di vista climatico. Giovedì il catino dell’Olimpico sarà bollente per far sciogliere i glaciali norvegesi e provare a ribaltare una situazione sinora avversa.

Il campo sinora ci ha detto che non è tutto come sembra, anzi a differenza dei nomi; del blasone; della storia, i norvegesi hanno battuto la Roma due volte su tre, pareggiando all’Olimpico e dimostrandosi la vera bestia nera dei giallorossi in questa stagione.

Il Bodo Glimt che fa dell’organizzazione di gioco il suo punto di forza, sarà un avversario ostico e non verrà a fare la vittima sacrificale, ma sa che sarà una gara dove dovrà gioco forza agire di rimessa avendo due risultati utili su tre. Mentre la compagine di Mourinho sarà lì a fare la gara, gara che ci aspettiamo intensa; dura; difficile; combattuta pallone su pallone, visto anche le “stranezze” di quello che sta accadendo man mano che ci si avvicina alla gara.

La gara che si sta giocando fuori dal campo è quantomeno paradossale, a partire dalla presunta rissa tra l’allenatore del Bobo e uno dei collaboratori di Mou (sospesi fino alla fine dell’indagine Uefa); le palle di neve; le parole dure dello stesso mister del Bodo su Mourinho, e la permanenza degli stessi norvegesi a Formello ospiti della Lazio.

Insomma ci sono tutti i presupposti per giocare e vincere questa gara se si vuole arrivare in semifinale, e anche se difficile noi ci affidiamo alla cabala, alla storia, alla mitologia che tanti film e libri ha ispirato per l’appunto tra il mito e la realtà.

A partire dal Vallo di Adriano, ai confini dell’Impero dove oltre i confini vivevano i vichinghi di Ivarr (nome che è tutto un programma) Ragnarsson, o i loro discendenti che cercavano di cacciare i romani di Artorius (o Artù che dir si voglia) e i cavalieri della tavola rotonda.

Quindi i presupposti ci sono tutti, i vichingi capitanati dal loro capo I(var)r forti a casa loro, dovranno scendere nella capitale dell’Impero dove troveranno una Roma “neroniana”, ovvero una Roma che brucerà si, ma di passione.

È appunto nella settimana della passione (domenica è Pasqua), nella capitale del Cristianesimo, ci aspettiamo una resurrezione della squadra di Mourinho davanti al pubblico delle grandi occasioni (Olimpico tutto esaurito). E anche se non è Roma-Barcellona (4 anni fa) l’intensità sarà la stessa.

Non ci resta che aspettare per vedere quello che succederà. L’attesa sta per finire, e se di quella sera con i blaugrana in campo non c’è più nessuno, sugli spalti saranno gli stessi (sicuramente molti) di quattro anni fa per spingere la Roma oltre l’ostacolo sfatando la maledizione norvegese che attanaglia i giallorossi in questa stagione. Dai Roma: “Quisque faber fortunae suae”.

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