Cerchio blucerchiato

Posted By on Mag 18, 2022 | 0 comments


di Daniele Craviotto

 

Anche l’ultimo tabù è stato sfatato e finalmente la Sampdoria può chiudere il cerchio. Il grande scalpo sportivo viene ottenuto proprio quando ormai si pensava che la salvezza acquisita avesse mandato in ferie il Doria. Invece arriva un perentorio 4 a 1 sulla Viola atto a rendere ancora più dolce il lunedì blucerchiato. Il Baciccia chiude anche i suoi conti con il Grifone dopo 11 anni. La stessa data, il 15 maggio, sancisce la retrocessione dei rossoblu ed esorcizza quella dolorosissima doriana del 2011. C’è di più. Il derby di due settimane fa ha incredibilmente ribaltato tutto. Il tiro di Criscito ha l’identica direzione di quello di Boselli. Sempre un giocatore di colore lo guarda e quasi nella medesima posizione, ma cambia la maglietta. Undici anni fa era Konko del Genoa, ora Vieira della Sampdoria. Audero si lancia come fece Da Costa, però ci arriva. Destino vuole che a fallire l’opportunità di pareggio sia proprio l’unico presente in quella primavera 2011. La stessa Gradinata a fare da cornice. Quella volta festante e questa piangente. Sarebbe, però, ingiusto dire che solo la stracittadina abbia portato all’approdo di salvezza del Doria. Esiste una cosa su cui mai si è smentita la compagine di sede a Bogliasco. Ogni volta che sembrava finita, la sferzata è arrivata. Salerno, derby di andata, In casa con il Sassuolo, Venezia e infine di nuovo il Genoa. Nonostante le mille vicissitudine, di campo e non, la permanenza nella massima serie si può dire giusta. Meriti solo dei genovesi? Onestamente no. Dietro era una guerra a chi facesse peggio e non fosse continuo. Non a caso in un mese una squadra da spacciata (la Salernitana) si è ritrovata a un passo dall’obiettivo chiamato A. Percorso inverso per i lagunari. Montagne russe dov’è la Samp ha sguazzato e si è trovata per troppo e lungo tempo. La vittoria contro la Fiorentina certifica che il problema era mentale e la paura aveva attanagliato le gambe dei blucerchiati. C’erano, poi, anche alcuni fattori che hanno fatto tremare i tifosi della Samp. In uno sport fatto di cabale e ricorsi storici, non può mancare questa analisi. L’ultima vota che i blucerchiati si erano trovati in A con salernitani e veneziani era stata B. Anno 98-99 uno dei campionati che finiscono in cifra doppia. Infatti le quattro retrocessioni del Doria, finora, hanno avuto numeri gemelli come cifre finali. Questa volta non è andata così. In più tre di quelle 4 volte, la stagione terminava il 22 maggio. Altro tabù evitato. Insomma sulla riva del Bisagno, la Sampdoria aveva bisogno di esorcizzare parecchi fantasmi. La nave è stata guidata da quella Lanterna conquistata e il porto sportivo con acque sicure raggiunto. Il conto con il passato si è chiuso. Ora arriva il futuro che, a onor di cronaca, per adesso ha ancora tinte grigie. Tra le varie cose, i genovesi, devono provare a difendere lo scettro del primato ligure contro l’Inter da uno Spezia bramoso di conquistare il titolo di prima squadra della Liguria. Tutte cose che, al momento, non possono togliere ai blucerchiati di godere della chiusura del cerchio.

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