Roma: Il declino degli dei

Posted By on Ago 8, 2023 | 0 comments


(di Giuseppe Porro)

Sognare non costa nulla, almeno fino ad oggi. Quindi proviamo a farlo ad occhi aperti e con la prosopopea di dare consigli a Mourinho che di consigli non ne ha bisogno da nessuno, figurarsi da noi. Il calciomercato che è in continua evoluzione, si sviluppa tra mito e realtà dove spesso le due cose si miscelano creando leggende metropolitane.

Ci sono comunque dati oggettivi che vanno presi in considerazione e non lasciati al caso. La Roma ha giocoforza bisogno di un attaccante. Abraham non tornerà prima del 2024, e con il solo “Gallo” Belotti che ha si un curriculum invidiabile ma una stagione la scorsa da zero gol (e ad onor del vero, peggio non può fare) serve un rinforzo.

I nomi sono molteplici. E se Scamacca ha preso la via di Bergamo, e il prescelto da Mourinho ovvero Morata sembra resti a Madrid (almeno per ora anche se il mercato è come un fiume nel suo letto, in continuo movimento), arrivano altri nomi tra i più disparati.

Detto di Scamacca e di Morata, e mentre si aspettano novità dal fronte brasiliano su Marcos Leonardo, arrivano i “rumors” di presunti contatti o sondaggi da parte della società giallorossa su alcuni profili definiti “usato sicuro” quindi si passa da: Arnautovic a Muriel; da Mertens a Zapata con una facilità estrema.

Ora in questa landa desolata di usati e usurati sicuri, oltre che non più giovanissimi nomi accostati al giallorosso, proviamo a sognare un nome per sei mesi. Un nome accostato spesso al giallorosso con una frequenza maniacale ogni estate un nome che circola nell’Urbe addirittura dai tempi del mitico Nils Liedholm, come fosse un eroe leggendario (e per certi versi lo è almeno per sé stesso e per il suo ego smisurato) anche se non si è mai palesato sotto la Lupa capitolina.

Un nome che ha smesso si di giocare ma ancora integro (almeno a vedere dai social dove mostra ancora gesti atletici invidiabili) fisicamente, un nome che farebbe comodo a Mourinho e a tutto lo spogliatoio almeno solo per il suo carisma e per la sua esperienza, un nome giusto anche per le tante criticate proteste della panchina (immaginate Mourinho, Nuno e Ibra scatenati al primo torto arbitrale).

Ora per tutte queste cose citate e perché in un certo senso il suo nome è legato alla Roma da un filo immaginario e leggendario. Immaginate il Monte Olimpo, e dell’esilio d’oro viene chiamato il dio (così gli piace definirsi) Ibra per un breve periodo ad aiutare la Roma imperiale e l’imperatore Mourinho.

Affrontare le dodici fatiche di Ercole tornando in campo, in quel campo dove è stato accostato spesso ma non è mai approdato. Una sfida degna di uno come lui, uscire da vincitore dal Colosseo dove ha sempre combattuto da avversario. Il degno addio per un dio dell’Olimpo calcistico, una sfida allettante per uno che ha un carisma degno dell’allenatore giallorosso, due caratteri forti; prepotenti; carismatici e comunicativi insieme per la stessa causa.

In un mondo di usati sicuri, io voto sempre per gli dei dell’Olimpo. Mourinho chiama Ibrahimovic per le ultime fatiche di Ercole, colui che ha intrapreso il declino degli dei per sei mesi garantendosi una uscita degna di un dio. Nell’olimpo degli usati sicuri, io voto e voterò sempre il dio Zlatan!

Submit a Comment