Giandomenico Tiseo
” Il pallone è il mio migliore amico“. Era la frase preferita di un calciatore, un numero 10 giapponese, capace di prodezze incredibili nei momenti critici delle partite. Parliamo di un personaggio di fantasia, uno che in Italia conosciamo con il nome di Oliver Atton e che nel Paese del Sol Levante è noto come Tsubasa Ozora. Un calciatore capace di vincere il Mondiale coi suoi compagni, sconfiggendo le Nazionali più forti.
Ebbene, ieri si è passati dalla fantasia alla realtà: Giappone-Colombia 2-1 alla Mordovia Arena e primo successo della compagine asiatica contro una formazione sudamericana. Non ci sono Atton o Mark Lenders tra i marcatori ma Shinji Kagawa e Yūya Ōsako.
Un 4-2-3-1, quello del ct Akira Nishno, in cui Osako, punta centrale che gioca nel Werder Brema (Germania), è il riferimento dei tre trequartisti Haraguchi, Kagawa ed Inui. Al primo affondo, subito occasione gigantesca: topica della difesa colombiana, il numero 9 si fa ipnotizzare da Ospina ma sulla ribattuta del calciatore del Borussia Dortmund (Kagawa), fallo di mano di Sanchez. Rigore realizzato ed espulsione del centrale dei Cafeteros. Partita che si mette bene per i giapponesi ma la loro strategia è fin troppo attendista nella prima frazione. Il 60% di possesso palla dei colombiani lo dimostra anche se Inui ed Onoko si fanno vedere dalle parti del portiere di Pekerman, peccando in concretezza. A pochi minuti dal termine, c’è il pareggio: Quintero, uno che a Pescara ha fatto vedere grandi cose su calcio piazzato, beffa l’estremo difensore orientale e la barriera con un tiro radente.
Nella ripresa c’è la trasformazione dei nipponici: baricentro più alto, aggressività strenua e gioco sulle fasce. Sempre loro, Inui ed Osako sfiorano il raddoppio e lo stesso dicasi per Sakai, ispirato da un Honda appena entrato. Il gol è nell’aria ed a metà secondo tempo l’incornata della punta centrale, sfruttando una dormita della retroguardia avversaria sul corner, porta in vantaggio il Giappone. Vantaggio meritato e l’ultimo brivido per la difesa di Nishino lo crea James Rodriguez, non al meglio della sua condizione, che da posizione favorevole manda il suo tiro alle stelle. Finisce qui. La classe operaia giapponese è in vetta al gruppo H e stavolta, alla voce ” vittorie“, non troveremo soggetti di pura immaginazione.