Matteo Quaglini
Seconda partita dell’Inghilterra, secondo round per cercare la seconda vittoria e il passaggio agli ottavi. Come nel 1982 e nel 2006 gli anni “mondiali” in cui Keegan e Gary Lineker condussero gli inglesi alla doppia vittoria e al turno successivo a Messico ’86 e Germania 2006. Ieri erano due grandi attaccanti più che la squadra a decidere il “destino” mondiale. Oggi è un grande attaccante, ancora, come Kane a prendere in mano l’Inghilterra, ma assieme alla squadra tutta.
Dier, il centrocampista centrale del Tottenham, ha ammonito tutti sulla necessità di fare attenzione al Panama, avversario sconosciuto per gli inglesi al mondiale. E’ il segno di una mentalità nuova, più professionale, più attenta al dettaglio, più consapevole che l’avversario conta e va rispettato. Su questo fondamento di cultura calcistica l’Inghilterra, oggi alle 14, scende in campo a Novgorod. Vincere, mandare un altro messaggio alle grandi del mondiale che arrancano tra gol all’ultimo minuto salva qualificazione in stile Germania e dall’altra tra formazioni cervellotiche e sballate da parte di C.t. in totale confusione e delegittimati dalla squadra, in stile Argentina.
Il punto centrale, anche in questa seconda partita, sarà la costruzione dell’Inghilterra. La diversità nel 3-5-2 degli inglesi sta nel giocare con Lingard mezzala. Una mezzala, o intermedio, di movimento verticale e profondo, in grado di accompagnare l’azione quando gli inglesi muovono la palla. Un movimento che apre a un meccanismo importante, dentro un modulo altrimenti troppo statico: si aggiunge un uomo dentro l’area, un giocatore che viene da lontano e che quindi risulta difficile da marcare.
Quando Allì, in dubbio oggi, fa lo stesso dall’altra parte del campo, l’Inghilterra attacca il fronte avversario con 6 giocatori: i due intermedi, gli esterni, la seconda punta e Kane. Attacco contro difesa e forza d’urto pura contro resistenza.
In un modulo “tedesco” Gareth Soutgate ha messo un principio della Premier vecchia maniera e valido ancora oggi: il box to box.
La corsa dei giocatori di gamba in verticale. Il passo lungo partendo da un punto lontano per arrivare in area e in porta. Il furbo Jesse che esegue questo stesso movimento, anche se con maggior anarchia e minor continuità nel Manchester United del gotico Mou, sa della sua centralità nello scacchiere della squadra.
E’ solo Kane il grimaldello per aprire il muro difensivo di Panama? Basterà la forza d’urto dell’attacco per piegare gli esordienti assoluti della storia del mondiale? Inghilterra-Panama non è così semplice, non è così facile. Ci vuole un movimento, appunto, che la apra e la indirizzi dalla parte dei Tre Leoni. Un movimento e un uomo: Jesse Lingard, come dicevamo.
Tutta la discussione tattica gira intorno alle probabili formazioni: Lingard è allineato nei tre attaccanti, vicino a Kane e simmetrico, sulla fascia opposta, con chi vincerà il ballottaggio tra Sterling e Rashford. E’ un gioco d’incastri quello dell’Inghilterra oggi. Un gioco che apre a vari scenari e a una domanda, decisiva alla fine.
Prima gli scenari: Gioca Lingard davanti e largo per dare a Kane la possibilità di mettersi tra i due centrali anche sul gioco attivo, quello di movimento. Gioca largo per rompere l’intelaiatura rigida e fitta di Panama. Gioca lì per equilibrare la presenza dell’altra ala e aumentare le sovrapposizioni esterne con il quarto di centrocampo di parte. Gioca da “wings” da ala per far volare la squadra nel segno della tradizione dei ruoli che gli inglesi inventarono alla fine dell’800 e nel modernismo di oggi, quello figlio di Guardiola e che porta a spostare i giocatori tra le linee o da una linea all’atra di dieci, venti, trenta metri in orizzontale o verticale.
L’idea di cambiare tattica, che sia collettiva o individuale, è nella strategia militare una mossa vincente se caratterizzata da principi: lo studio del punto debole dell’avversario, il fatto che quella variazione sia decisiva per vincere, il rispetto nel cambiamento tattico dell’equilibrio generale, i tempi e lo spazio che si da ai giocatori.
E qui torniamo a Jesse con la famosa domanda alla fine. Da mezzala attacca, come abbiamo visto, da lontano la profondità del campo e quindi la porta avversaria. Arriva senza marcatura. Da senso anche ai lanci di Henderson. Crea un cuneo offensivo con Kane e più con Rashford che con Sterling, ed ecco perché probabilmente giocherà il primo al posto del secondo. Allora dopo tutti questi aspetti tattici cari alla prima partita contro la Tunisia, Gareth Soutgate è proprio sicuro che sia necessario per vincere cambiare la tattica individuale, la posizione del furbo e scaltro Jesse Lingard?