A testa alta
Nonostante i prodigi di Schmeichel, nonostante Eriksen, Nonostante le stelle sembrassero allinearsi verso Copenaghen in almeno un paio di occasioni, la Danimarca non è riuscita a sorpassare l’ostacolo Croazia e saluta il mondiale Russo agli ottavi di finale, un turno prima del proprio record storico (quarti di finale nel 98). Lo fa a testa alta, dopo aver giocato alla pari per 120 minuti con una delle squadre più attrezzate del torneo. E pensare che la partita si era messa benissimo dopo solo due minuti quando Jorgensen riesce a traffiggere in mischia un Subasic non privo di colpe, regalando il vantaggio alla Danimarca. Vantaggio che però dura solo 2 minuti, finchè al quarto minuto Mandzukic sfrutta il fortunoso rimpallo su Christiansen per ribadire il pallone nella porta Danese. La Danimarca rimane compatta e tiene bene il campo durante il primo tempo ma viene spesso messa in apprensione dal pressing alto dei Croati che mette in difficoltà sopratutto Christiansen che evidenzia troppa poca qualità per la fase d’impostazione ad alti livelli. Nel secondo tempo Hareide decide che è ora di cambiare, ed il difensore centrale del Chelsea (schierato in mediana) viene richiamato per dare spazio a Schone, giocatore dalle indubbie qualita tecniche. Il messaggio del CT Norvegese alla squadra è chiaro, si gioca per vincere. Nel secondo tempo infatti la musica cambia, il pressing Croato cala a causa della fisiologica stanchezza e la Danimarca guadagna terreno grazie alla palla lunga giocata su Cornelius prima e Jorgensen poi, entrambi bravi a fraseggiare con Eriksen che a sua volta innnesca con qualità Braithwaite e Poulsen. La partita però non si sblocca e la gara va ai supplementari nei quali viene inserito anche il veterano Krohn-Deli per aumentare il livello qualitativo. I 30 minuti supplementari si svolgono senza particolari emozioni finche a 4 minuti dai calci di rigore Modric non spedisce in porta Rebic che scarta il portiere e viene steso, calcio di rigore. Sul dischetto si presenta Modric che però viene ipnotizzato da Kasper Schmeichel. è un momento magico, il padre Peter scatta in piedi e caccia un urlo di gioia che è lo stesso di altri 6 milioni di Danesi. Agli occhi della nazione è il passagio del testimone da padre in figlio, una nazione che aveva trovato nel padre un’ eroe e che adesso sente di averne trovato più di uno in questa generazione che sembra poter far rivivere i fasti di quella gloriosa nazionale degli anni 90. Le speranze e le gioie dei Danesi però saranno cancellate pochi minuti più tardi.
La qualificazione viene decisa dal dischetto con Schmeichel che si supera parando altri due rigori, purtroppo per lui però non sono abbastanza perchè Subasic, il portiere rivale, ne para 3 intercettando i tiri di Eriksen, Schone e Jorgensen ed eliminando cosi i Danesi.
La spedizione Russa della Danimarca si chiude dunque agli ottavi di finale.
La Danimarca può comunque essere fiera del percorso intrapreso, l’obbiettivo minimo degli ottavi è stato centrato e gli uomini di Hareide stavano per regalare al proprio popolo una vittoria su una delle squadre più forti del torneo, e solo un monumentale Subasic ha potuto negare a Schmeichel & co. di arrivare dov’era arrivato il leggendario gruppo di Schmeichel padre.
La Danimarca se ne torna dunque a casa amareggiata ma a testa alta, conscia di aver reso orgogliosi milioni di Danesi che ora attenderanno gli europei del 2020 per una rivincita.