Nicola Ciacciarelli
Ronaldo riacciuffa l’Inter e i bianconeri passano indenni a San Siro, dopo aver rischiato di andare sotto pesantemente nei primi venti minuti di gara.
L’inizio di gara è di marca nerazzurra. Troppe le motivazioni interiste, troppo poche quelle juventine. E allora è Szczesny a tener su la baracca, dopo non esser stato irreprensibile sulla rete di Nainggolan. L’Inter ha gamba e in attacco trova i giusti riferimenti. La Juve è infastidita dai movimenti a rientrare di Perisic e, soprattutto, Politano che lasciano spazio alle sovrapposizioni dei terzini.
Dal canto loro i bianconeri sono spenti. Abulici. Mancano i rifornimenti a Cristiano Ronaldo e tra attacco e centrocampo c’è una distanza abissale. Squadra lunga e con poche idee. Un copione che cambia nella ripresa, al momento dei cambi. Entrano Spinazzola e Kean e il 4-3-3 diventa un 4-4-2 piuttosto offensivo, con Bernardeschi e Cuadrado sulle ali. La freschezza di Spinazzola e l’aggiunta di una punta come Moise Kean regala più spazio a Cristiano che, non a caso, nel giro di 60 secondi colleziona un’occasione e poi la conclusione che fredda Handanovic. C’è la compartecipazione di Pjanic, che tacca per il portoghese. Poi Cristiano ci mette tutta la sua precisione chirurgica per riagguantare il pareggio, di sinistro.
Dall’1-1 in poi è un’altra partita. L’Inter cala fisicamente e appare spaventata dai miglioramenti bianconeri. Sale di tono la prestazione della Signora, perchè sale il suo baricentro. Complice un Inter apprensiva e conscia che un punto a quattro giornate dal termine non è da buttar via. L’ultima mezzora evidenzia una Juve padrona del gioco e costantemente pericolosa, brava nello sfruttare in ampiezza tutto il campo. Solo una squadra forte e consapevole della propria forza avrebbe potuto ribaltare, in modo così evidente, l’inerzia della gara. Solo la Juve, in Italia. Facilitata da un extraterrestre col numero sette al seicentesimo gol con squadre di club.