di Giuseppe Porro
Sono giorni frenetici in Viale Tolstoj all’Eur, a Roma si fa un gran parlare di come sarà la nuova compagine che si presenterà ai nastri di partenza il 19 settembre alla ripresa del campionato. Partiamo da un presupposto, la complessa trattativa di acquisizione della Roma stessa da parte di Friedkin nei confronti di Pallotta è in via di definizione, e quindi qualsiasi discorso è quantomeno prematuro a meno che non esca dalle segrete stanze della sede giallorossa stessa. Parlare di dirigenti; allenatori e giocatori ora, è come far passare un cammello dalla cruna di un ago, praticamente impossibile. Proviamo a rimettere ordine a questo intricatissimo puzzle.
Basi e varianti
La Roma ha già delle basi solide nel comparto “squadra”, mentre si potrebbero discutere gli alti dirigenti. Se Baldissoni potrebbe aver fatto il suo tempo (c’è dall’inizio dell’era Pallotta), Fienga si è dimostrato un valido dirigente, mentre Fonseca con molti giocatori della rosa dopo un anno di rodaggio potrebbero restare con l’integrazione di altri giocatori nuovi. Tutto dipenderà da chi sarà il nuovo DS che secondo il nuovo proprietario ovvero Friedkin avrà un ruolo fondamentale nella costruzione della rosa giallorossa. Il DS sarà scelto dai nuovi proprietari in collaborazione con la “vecchia” dirigenza, a meno che Friedkin non abbia già pronto un organigramma tutto suo preparato prima della conclusione della trattativa, ma occhio alle varianti che potrebbero tornare in auge. Se come sembra la Roma sarà gestita da una NewCo con sede a Londra (dove c’è anche la sede europea della banca americana Goldman Sachs), la variante potrebbe essere Franco Baldini. Quel Franco Baldini “nemico” di Roma, consigliere esterno di Pallotta che “usato” male proprio dal bostoniano è stata una delle cause del fallimento della gestione della società giallorossa.
Conclusioni
Se Franco Baldini, riconosciuto come DS e uomo di calcio di assoluto valore (ha vinto lo scudetto con la Roma di Sensi), ha lavorato come consulente esterno andando a creare un conflitto d’interesse con i DS passati a Trigoria, perché non “utilizzarlo” proprio come fece Sensi affidandogli quindi il lavoro di DS che sa fare bene, da solo senza altri dirigenti di ruolo con cui dividere i compiti. Chissà che la Roma non si ritrovi un altro Samuel; un altro Emerson ed un altro Batistuta. Manca poco, chi vivrà vedrà.