Michele D’Alessio
Andrea Silenzi, conosciuto con l’appellativo di Pennellone, è stato un grande bomber, come quasi non ne fanno più.
A soli 18 anni inizia la sua gavetta nella storica compagine romana della Lodigiani, prima di girare lo Stivale. Dopo una tentennante stagione senza gol ad Arezzo, Silenzi esplode a Reggio Emilia. La Reggiana grazie alle nove segnature messe a segno da Pennellone conquista la serie B, categoria in cui Silenzi si conferma più che mai goleador siglando 23 reti l’anno successivo.
L’estate del 1990 è quella del grande salto. Il presidente del Napoli Ferlaino si svena e lo porta sotto il Vesuvio per 7 miliardi di lire. Soldi spesi egregiamente, lo si capisce fin da subito. Il primo di settembre il Napoli di Maradona campione d’Italia in carica schianta la Juventus nella finale di Supercoppa per 5 reti a 1. Una doppietta è messa a segno proprio da Silenzi, abile nel mostrare il suo repertorio di opportunismo e fisicità.
Due stagioni travagliate per il Napoli e quindi anche per Silenzi che in 38 incontri timbra soltanto 6 volte. Il Torino crede in lui e nel suo rilancio. Mai scelta fu più azzeccata. Nella prima stagione in maglia granata è tra i protagonisti della conquista della Coppa Italia, quando nella finale di ritorno in un Olimpico colorato di giallorosso nonostante la sconfitta per 3-0 dell’andata, Silenzi realizza una doppietta di fatto determinante per la vittoria del trofeo, nella partita terminata 5-2 per i capitolini.
L’anno successivo realizza 17 reti e si guadagna l’unico gettone della sua carriera con la maglia della Nazionale, subentrando contro la Francia al San Paolo di Napoli al posto di Pierluigi Casiraghi.
Alla metà esatta degli anni novanta, Silenzi emigra in Inghilterra dove entrerà nella storia per essere stato il primo italiano nella Premier League. Dopo soltanto una stagione e due reti segnate con la gloriosa casacca del Nottingham Forest, torna in Italia, a Venezia. In Laguna nella serie cadetta, sono pochi i gol segnati, in un campionato grigio conclusosi con un anonimo tredicesimo posto, dopo 4 allenatori cambiati. Il presidente, neanche a dirlo, era Maurizio Zamparini.
La stagione 1997/1998 è quella del ritorno alle origini. Silenzi veste nuovamente la maglietta della Reggiana, che nonostante una buona rosa non va oltre l’undicesimo posto in classifica.
Quindi Silenzi a 32 anni sposa la causa di un’altra squadra dell’Emilia Romagna, il Ravenna. Anche questa stagione è avara di soddisfazioni, con solo 3 reti segnate e un decimo posto tutto sommato tranquillo.
Alle porte del nuovo millennio per Silenzi è l’ora di tornare a vivere il brivido granata. Solo due reti però in un’annata complicata che porta il Torino alla retrocessione
La carriera di Silenzi finisce nel 2000/2001 ancora in maglia ravennate. Gli appena 25 punti raccolti dalla compagine romagnola, i zero gol fatti e i ripetuti problemi fisici portano Andrea Silenzi, uno degli attaccanti legati a doppio filo all’immaginario calcistico degli anni novanta, al ritiro dall’attività agonistica.