Alessandro Paparella
Antonio Conte, si sa, è un allenatore molto sicuro di se e delle proprie idee calcistiche. Per difenderle non ha mai guardato in faccia a nessuno, neanche se c’è di mezzo il capitano storico della squadra. Fu così il primo anno alla Juventus con Del Piero, relegato a un ruolo di secondo piano sin da inizio stagione, è così oggi al Chelsea, dove la vittima illustre è capitan John Terry. Conte infatti, dopo qualche passo falso di troppo, ha rapidamente rivisto il modulo del suo Chelsea, passando dalla difesa a 4 a quella a 3, suo marchio di fabbrica sia alla Juventus che in Nazionale e schierando una sorta di 3-4-2-1.
Conte ha trascorso tutta l’estate a invocare difensori (al plurale). Ha a lungo inseguito Bonucci, ci ha provato con Romagnoli, persino con Ogbonna, ricevendo solo risposte negative. L’ultimo giorno di mercato è però arrivato David Luiz, un cavallo di ritorno per il Chelsea e un elemento ideale per giocare con la difesa a 3. Il brasiliano è il classico giocatore bravo con i piedi, perfetto per impostare la manovra da dietro. Inoltre la presenza di due marcatori ai suoi lati permette di limitarne le amnesie difensive che lo hanno sempre contraddistinto. Con Luiz di fatto intoccabile, nelle ultime due gare Conte ha fatto scelte molto forti e decise. Fuori Ivanovic, che al Chelsea è stato titolare con chiunque da quando nel 2008 arrivò a Stamford Bridge, dentro Azpilicueta sul centro-destra della difesa e fuori anche Terry sul centro sinistra a vantaggio di Cahill. Sono due scelte sulla carta coraggiose ma che non si possono discutere troppo. Ivanovic (32 anni) ha mostrato nell’ultima stagione e nell’inizio di quella attuale un evidente calo fisico, stesso dicasi per il 36enne Terry. Soprattutto il capitano sembra non essere l’opzione migliore per la difesa a tre. Cahill non è certo un fenomeno ma ha più senso in quella posizione. La sorpresa vera è stata Azpilicueta, che con Mourinho faceva il terzino sinistro e si è ritrovato a giocare sul centro destra. Finora l’esperimento pare avere successo, lo spagnolo si sta dimostrando valido dal punto di vista difensivo per giocare in quella posizione. Anche a centrocampo non mancano le novità. Sulle fasce stanno trovando spazio a destra il nigeriano Moses, che dopo l’anno con Benitez era incappato in un giro di prestiti dal quale non sembrava riuscire a uscirne, mentre a sinistra c’è Marcos Alonso, arrivato in estate dalla Fiorentina. In mezzo il grande escluso è Fabregas, con Conte che predilige una mediana più muscolare con Kantè e Matic. Davanti spazio alla fantasia di Hazard e Willian in appoggio a Diego Costa, con Pedro e Oscar e Batshuayi come alternative (e lo spagnolo ex Barcellona all’occorrenza buono per giocare anche sulla fascia destra a centrocampo). Conte sta ridisegnando a sua immagine e somiglianza il suo Chelsea, distante tre punti dalla vetta. Basteranno questi accorgimenti per lottare seriamente per il titolo fino alla fine?