Nicola Ciacciarelli
A Lione non c’è la Juve bella e spumeggiante che in molti chiedono. Ci sono Cuadrado e , soprattutto, Buffon e questo basta per espugnare il Parc OL.
Succede tanto, forse troppo, in terra di Francia. I bianconeri comandano le operazioni per una ventina di minuti, prima che i padroni di casa riescano a trovare il coraggio di uscire dal proprio guscio. Madama è troppo prevedibile. Pjanic gira a vuoto, come anche Dybala. L’iniziale vivacità lascia il passo a staticità e pigrizia. Poco movimento, nessuno che attacchi lo spazio. Nell’unica occasione in cui ciò accade Khedira ”respinge” la conclusione a botta sicura di Bonucci.
Lo stesso centrale la combina grossa quando strattona Diakhaby in area di rigore e Marciniak accorda il penalty. Da qui in poi inizia la serata da fenomeno di Buffon che ipnotizza Lacazette. Il portierone si ripeterà su Tolisso e, in particolare, su Fekir con una risposta che ha dell’irreale se si considera che la carta d’identità dice 38. La serata si fa ancor più scura quando Lemina coglie il secondo giallo e va in anticipo sotto la doccia. Juve Under pressure, per dirla alla Freddie Mercury e David Bowie. La spinta dei transalpini è più costante con l’uomo in più, ma Allegri non si arrocca.
Ad entrare è Cuadrado, non un uomo di copertura. Serve brillantezza ed un pizzico di anarchia ad una squadra abituata a svolgere il compito con diligenza, ma senza particolare inventiva. Il colombiano non delude e sette minuti dopo inventa il capolavoro che avvicina i bianconeri agli ottavi di finale. Finte e controfinte, dribbling e tiro sul primo palo ,incustodito da Lopes, non senza prima aver dato un’occhiata al centro ed essersi sincerato che c’è solo El Pipita e per giunta defilato. Il finale in apnea non è una novità per la Juve di inizio stagione, ma il fortino regge ancora una volta ed è quel che conta. I bianconeri vincono, senza mostrare il loro meglio. Un campanello d’allarme…per gli altri.