Happy birthderby, mr Rooney

Posted By on Ott 26, 2016 | 0 comments


Gianluca Guarnieri

Stella in declino? Forse. Sicuramente il 31esimo compleanno di Wayne Rooney non è passato nel momento migliore della carriera del capitano del Manchester United e della nazionale inglese. Panchinaro in entrambe le squadre, “Wazza” ha per sua fortuna evitato di essere in campo nel tracollo dei “Red Devils” contro il Chelsea di Conte e resta in dubbio per il derby contro il City per la Coppa d’Inghilterra.

Una gara speciale per Rooney, che ha rappresentato uno spettro per gli avversari cittadini in celeste, realizzando una valanga di reti (ben 11) mandando ko il suo amico di nazionale Joe Hart (ora in prestito al Torino).

Proprio contro i cugini dei “citizens” “Wonder boy” mise a segno la sua segnatura più spettacolare, nella stracittadina del 10 febbraio 2011, con una magnifica rovesciata, su cross di Nani, imbeccato dall’eterno Paul Scholes. Rooney salì in cielo e con una bicicletta” (come si diceva un tempo) che avrebbe suscitato l’ammirazione di Yury Chechi o Igor Cassina, fece un goal da leggenda, degno di un atleta (non solo un calciatore) formidabile.

Ora le cose sono cambiate, e per il numero 10 l’aria del “Theater of dreams” è diventata pesante. Uno spiraglio potrebbe giungere dalla Cina: infatti il suo vecchio Commissario tecnico  Sven Goran Eriksson lo vorrebbe portare in Asia sotto le insegne dello Shangai Sipg, con un’offerta a dir poco pazzesca: lo svedese e il club cinese sarebbero pronti a sborsare ben 100 milioni di Euro, con un ingaggio di 32 milioni annui per il calciatore. Una tentazione grande anche per un top player come l’inglese. Cosa fare? Il trasferimento si potrebbe concretizzare, nonostante il parere negativo di società e dello stesso tecnico José Mourinho, non felice di vedersi addossata una cessione sgradita all’intero ambiente dello United. Rooney, nonostante tutto è amato dai propri tifosi e questo potrebbe rallentare o ostacolare del tutto l’operazione Shangai. Resta in piedi anche l’opzione americana, con i precedenti di Lampard, Gerrard e David Beckham, protagonisti nella loro parte finale di carriere, oltreoceano. Saremo a vedere. Forse il prossimo anno potrebbe essere la conclusione naturale di una storia importante, per l’erede di Bobby Charlton? O forse no. Che magari il City lo faccia risorgere, se avrà la chance di tornare in campo?

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