Roma, sei finalmente diventata grande?

Posted By on Nov 3, 2016 | 0 comments


Luigi Pellicone

La Roma interpreta come deve l’Europa League. Non sottovaluta l’Austria Vienna. Va sotto dopo pochi secondi, ribalta il match e mette l’avversario all’angolo sino al 90′ con intensità, cattiveria agonistica senza mai perdere il controllo dei nervi. Bene la squadra, bravo Spalletti. Il tecnico toscano alla vigilia del match non aveva lasciato spazio agli alibi. Non serve pensare a chi non c’è. Occorre, piuttosto, dimostrare di esserci. Concetto assimilato e applicato.

La Roma fa la Roma e finisce come deve: Austria Vienna volenterosa e nulla più. Enorme, il divario fra le due squadre. Il computo dei 180′ si sarebbe risolto con un complessivo 7-2, al netto dei centoventi secondi di follia dell’Olimpico. In questa ottica, (finalmente) confortante la gestione del match. La sbavatura di Alisson è assorbita senza ansie particolari. La Roma trova il pari e un primo indizio. Dzeko non esulta, piuttosto raccoglie il pallone. Segnale forte e chiaro: andare a vincere. Ribaltata la gara, la Roma, nel secondo tempo, ritrova una situazione assolutamente identica all’andata: vantaggio di due reti e con l’identico punteggio. Quanto basta per ricadere negli stessi errori. A volte atavici. Questa volta non perde la testa, controlla il ritmo e lo tiene basso giocando con pallone e cronometro. Trova anche il poker con un Nainggolan in crescita.

Vittoria importante, aldilà del risultato e dell’avversario. Perché la famosa mentalità vincente si costruisce attraverso prestazioni di sostanza. Possibilmente omogenea. La Roma vince “di gruppo” senza che nessuno trascini nessuno in campo. Una novità. Adesso il percorso è in discesa e quanto mai interessante. Alcune big stentano, la qualità complessiva del torneo non è eccelsa. Una Roma così, ha il diritto/dovere di provare ad arrivare in fondo.

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