“Credo che Infantino sia un traditore e lo mostrerà presto. Il portaborse di Platini e Blatter non sa niente di cosa accade? O sei scemo, o rimbambito. Lui, e lo dico senza paura, è solo l’uomo di chi c’era prima di lui”.
Mai banale. Diego Armando Maradona in collegamento a “Più Enne” (Canale 17 della digitale terrestre in Campania) nella trasmissione “In casa Napoli” condotta da Michele Plastino. In studio il direttore sportivo Pierpaolo Marino, lo storico fisioterapista Salvatore Carmando, e alcuni calciatori che hanno scritto la storia del Napoli: Gianni Improta e Francesco Romano. In collegamento telefonico anche Andrea Carnevale. Un parterre degno del Re, di chi ha scritto pagine incancellabili di storia in riva al Golfo.
Presenti anche Raffaele Rigitano, Gigi Ermetto e Manuel Parlato, Massimo D’Alessandro, Luisa Mariani e la “Sandro Abate Five Soccer”
Diego, da Dubai e parla di tutto. Senza remore.
REVIVAL TRENTENNALE – “Ringrazio tutti per la possibilità di parlare di Napoli con i napoletani”. Il primo “ti voglio bene” è dedicato a Salvatore Carmando “Avevi sempre la parola giusta per qualsiasi giocatore, eri il vero pilastro del nostro spogliatoio”. L’icona azzurra si emoziona. “Ho pianto quando hai vinto quel mondiale e poi con il Napoli. C’era un grande spogliatoio e tutti amavano, ricambiati, Diego”. A proposito di Mondiale, è il momento di Pierpaolo Marino che ricorda anche cosa è successo dopo… Diego sorride: “Il 29 giugno 1986 ho vinto il Mondiale e poi abbiamo vinto lo scudetto contro squadre fortissime”. Il direttore: “Sei stato di parola”. Maradona quindi saluta Romano. “Servivi per rinforzare il nostro centrocampo. Sei stato prezioso”. Andrea Carnevale. “Quando torno in Italia e incontro il papa, vengo a trovarti. Se torno anche a Napoli? A me piace parlare faccia a faccia e dire le cose alle gente senza che si giochi a nascondino. Se posso fare qualcosa per il Napoli, volentieri. Se qualcuno mi chiama, arrivo”.
NAPOLI IERI E OGGI – “Qualcuno paragona la nostra squadra con questa. Noi avevamo 4-5 calciatori che cambiavano la partita. Chi prenderei del Napoli di oggi? Mertens: ha dribbling, salta l’uomo, ha un buon tiro. Meriterebbe maggiore minutaggio. E a questa squadra presterei Careca. Che coppia con Higuain”.
Sul futuro del campionato. “Il Napoli ha perso a Torino, sprecato un’occasione con il Milan”. Il calendario è in discesa ma si deve vincere sempre. “La Juventus è forte,ma non irraggiungibile. Serve una squadra forte, sopratutto di testa. I calciatori devono restare uniti, interpretare la rincorsa alla vittoria come una missione per la gente. Un riscatto sociale. Una risposta in faccia a chi ha sempre denigrato la città”. Infine un incoraggiamento a Insigne. “Gli è accaduto qualcosa di brutto, ma deve trarre la forza per superarla ergersi a protagonista e contribuire allo scudetto del Napoli”.
UN RITORNO? – Sembra che la storia fra Diego e il Napoli possa ricominciare. “Nessuno ha parlato con me. Aspetto una telefonata. Io sono a Dubai. Se il Napoli vincesse lo scudetto? Sarebbe bellissimo vedere la gente in festa. Sarei il primo a festeggiare. Se il presidente ci sta guardando, e mi invita, vengo volentieri”.
SU SARRI – “Quando ho parlato la prima volta (5 mesi fa) Sarri non aveva lo spogliatoio in mano come adesso. Adesso è diverso. É evidente che chiunque scenda in campo sappia cosa voglia l’allenatore. Io non ho parlato male di Sarri, ho il massimo rispetto per lui, anche prima che centrasse la serie importante di risultati. Ho detto che doveva imparare a rendere vincente la squadra”
ADL E HIGUAIN – “Sono dalla parte di Higuain, senza dubbio. Il presidente può parlare di film, attori, attrici, ma non di calciatori. Credo che giudicare il loro lavoro spetti a Sarri. É inutile innescare polemiche interne, altrimenti si rovina l’ambiente. De Laurentiis ha detto che Higuain è fuori forma prima di una partita importante e per giunta davanti ai microfoni. Avrebbe dovuto dirlo al calciatore, magari in privato. Ha sbagliato e non dovrebbe più parlare prima dei match importanti”.
MERCATO – “A Gennaio si poteva e doveva fare qualcosa in più. Questa squadra ha pochi ricambi, certamente meno di altre squadre. Sarri ruota con profitto i calciatori, ma osservandoli in campo, si percepisce la stanchezza di alcuni elementi chiave. La Juventus può giocare anche con il quinto attaccante. Il Napoli fatica a trovare soluzioni alternative. La differenza è spesso in panchina: Allegri ha una scelta vastissima, Sarri deve tappare i buchi”.